Roma, 8 mar. (askanews) -Oggi 8 marzo, a Roma, presso il Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) di Trastevere, apre il Servizio Salute e Tutela della Donna, dedicato alla presa in carico delle donne più fragili o comunque bisognose di assistenza sanitaria e psicologica.
Uno spazio di accoglienza, cura e prevenzione, oltre che di informazione, orientamento e interventi di rete, per stimolare nelle donne, italiane e straniere, una diversa consapevolezza e la possibilità di un riconoscimento dei propri diritti, in primis il diritto alla salute.
Il servizio, che sarà operativo dal lunedì al venerdì negli orari del Poliambulatorio, sarà assicurato da una équipe multi-professionale (medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali, antropologi, mediatori culturali, ma anche avvocati) per garantire una presa in carico multidisciplinare dei bisogni di salute delle donne. Il nuovo servizio è aperto alle donne di qualsiasi età e cittadinanza ed è strutturato sulla base di una esperienza decennale nell’ascolto e nell’accoglienza (tra cui donne vittime di abusi sessuali e di tratta). Nasce da una costante osservazione sul campo che negli anni ha permesso all’Istituto di creare un modello per intercettare bisogni ed eventuali disagi nascosti di chi vi si rivolge.
Il personale del Servizio Salute e Tutela della Donna è adeguatamente formato per poter cogliere possibili indicatori del bisogno di salute e di necessità di tutela all’interno dei setting clinici e dei momenti di contatto con l’utenza, anche attraverso una consolidata capacità di ascolto sin dal primo arrivo alla struttura. Per chi chiede aiuto, tutto parte dal triage, che viene effettuato all’accoglienza da operatori specializzati e che consentirà di indirizzare la donna verso le prestazioni e i servizi più appropriati a rispondere ai suoi bisogni di assistenza. Ma l’approccio multi specialistico è fondamentale perché il disagio spesso è sottotraccia e può emergere successivamente, durante un colloquio o una visita, anche attraverso la raccolta dell’anamnesi della paziente, che ne racconta il vissuto e può far emergere eventuali vulnerabilità. Il servizio – spiega l’Istituto – si pone l’obiettivo di rappresentare un modello organizzativo efficiente e per questo organizza corsi di formazione al fine di generare una rete virtuosa a tutela della salute della donna. Infatti, attraverso gli strumenti adatti, la persona può essere aiutata a far emergere il “non detto” sulle tante possibili forme di sofferenza di genere. In primis la violenza in famiglia, che in tempi di pandemia ha registrato un incremento significativo degli episodi di aggressione fisiche e psicologiche, ma anche forme di disagio che vanno intercettate e affrontate in senso globale. E ancora: aiutare la donna anche nella tutela dei suoi diritti, avvalendosi di consulenze legali nel caso occorra intraprendere azioni di difesa o denuncia attiva, in sinergia con la rete antiviolenza del territorio.