Roma, 1 feb. (askanews) – Il consumo di alcol tra i giovani è un fenomeno preoccupante. E non accenna a diminuire, soprattutto per via delle vendite online. Lo rivela il rapporto annuale Epidemiologia e monitoraggio alcol correlato in Italia e nelle Regioni, pubblicato dall’Istituto superiore di Sanità lo scorso dicembre secondo cui l’effetto prolungato dei vari lockdown o delle restrizioni imposte a bar e locali della ristorazione, ha determinato un incontrollato consumo di alcolici tra i minorenni, sfruttando le opportunità delle vendite dell’home delivery che, si legge nel rapporto, “non garantisce però il rispetto delle normative che dovrebbero evitare di rendere disponibili quantità non verificabili di alcolici di cui in Italia, al contrario di altre Nazioni, non è stata vietata la vendita nel periodo di lockdown”.
Si tratta sempre più spesso, si legge in una nota, di abuso di birra, aperitivi alcolici e superalcolici, che determina il fenomeno del “binge drinking”, il bere per ubriacarsi. Occorre quindi intercettare e contrastare per tempo queste tendenze, prima che possano contribuire a consolidare fenomeni di alcoldipendenza o a provocare uno dei circa 6000 incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni di età.
Conseguentemente, aumentano anche il numero delle famiglie preoccupate per i propri figli che per controllarli si rivolgono a degli investigatori privati. “Durante questo complesso periodo di pandemia, ho ricevuto un aumento di circa il 30% di chiamate da parte di genitori allarmati per comportamenti a rischio dei propri figli. La loro prima preoccupazione riguarda il consumo di alcol e droghe, dovuto alla frequentazione di ‘cattive compagnie'”. A evidenziarlo è Francesco Mimmo, presidente di Vox Investigazioni. “I genitori di questi ragazzi, che mediamente hanno un’età compresa fra età media fra i 13 e i 17 anni, sono sempre più timorosi per la vita sociale dei propri figli e vogliono capire quali chi sono i loro amici e i posti che frequentano.
Tempo fa – prosegue Mimmo – siamo stati contattati da una famiglia che aveva problemi con la figlia minorenne (14 anni). La ragazza durante un’uscita serale con alcune amiche aveva bevuto talmente tanto da finire in coma etilico. Le ‘amiche’, però anch’esse in uno stato confusionale, invece di soccorrerla l’avevano lasciata sola su una panchina. Solo il fortunato e tempestivo intervento di una coppia di signori anziani che hanno chiamato la polizia e un’ambulanza, ha evitato il peggio.
Successivamente a questo episodio abbiamo seguito la ragazza per alcuni mesi in modo da monitorare i suoi comportamenti e contattare immediatamente i suoi genitori qualora avessimo ravvisato una situazione di rischio o di pericolo. In quella circostanza così come in altre situazioni simili, non farci scoprire dagli adolescenti, impieghiamo dei professionisti molto giovani seppur con una grande esperienza investigativa alle spalle. Purtroppo di episodi analoghi ne annoveriamo moltissimi e questi interventi sono sempre più richiesti”. La grande libertà della quale godono gli adolescenti di oggi, mette i genitori in un profondo stato di ansia e di stress”. Le agenzie investigative, quindi, possono essere molto efficaci in situazioni simili ma soprattutto possono aiutare a dare consigli utili a tante famiglie che non riescono ad approcciarsi in maniera convincente verso i figli.
“Come consiglio – prosegue Mimmo – diamo quello di prestazione attenzione alle spese elevate dei ragazzi, ai loro repentini cambiamenti di umore oppure a un ingiustificato aumento dell’aggressività. L’ideale è quello di convincerli a fare sport, soprattutto in fase adolescenziale, cosi da tenerli occupati con attività sane che oltre a fortificare il fisico, fanno acquisire una maggiore autostima, lasciando meno spazio alle insicurezze tipiche della loro età. Per fronteggiare meglio questa problematica ci avvaliamo anche della preziosa collaborazione di psicologi e formatori perché ci siamo resi conto che nella maggior parte dei casi, l’alcool e la droga, sono le ‘soluzioni’ a malesseri che hanno origine nella sfera familiare”.