Piano casa Sardegna, i distinguo degli ordini professionali e dell’Anci

La quarta commissione, il parlamentino dell'Urbanistica regionale

DIC 3, 2020 -

Cagliari, 3 dic. (askanews) – Il parlamentino dell’Urbanistica ha ascoltato in videoconferenza i pareri, le osservazioni e le proposte formulate dagli ordini professionali dell’Isola e dal presidente dell’Anci Sardegna, Emilio Deiana.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente dell’ordine degli ingegneri di Cagliari, Sandro Catta, che, così come evidenziato anche dalla maggior parte degli intervenuti, ha lamentato la mancanza della legge Urbanistica ed ha sottolineato come con il disegno di legge 108 si continui a procedere con un provvedimento di proroga, piuttosto che con una norma strutturale e stabile.

In sostanza, gli ingegneri hanno manifestato favore alle finalità del piano casa ma hanno rimarcato in tono negativo la decisione “politica” di reintrodurre il lotto minimo in agro, insieme con il venir meno del requisito dell’essere agricoltori professionali per poter realizzare volumetrie residenziali.

Una ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’introduzione della cosiddetta cessione del credito volumetrico e anche la proposta dei bonus volumetrici in contesti turistici.

L’ingegnere Catta ha quindi auspicato, sempre con riferimento all’agro, opportune valutazioni che tengano conto delle diversità dei territori della nostra Regione e del differente impatto che le misure potrebbero generare nei diversi contesti, con annessi possibili rischi sperequativi.

Decisamente contraria al provvedimento di proroga del piano casa, invece, la federazione degli architetti, pianificatori paesaggisti, che con la presidente Tiziana Campus, ha preso le distanze dalla proposta di legge (“non ci riconosciamo nel Dl 108”).

Campus ha parlato di “provvedimento inefficace che non consente di incidere sul miglioramento della domanda architettonica, finalizzato a favorire un generale miglioramento della trasformazione qualitativa del territorio”.

La critica è proseguita con l’intervento del presidente dell’ordine degli architetti di Nuoro, Paolo Falqui, che ha posto in dubbio anche una possibile ripresa di tipo economico per effetto delle nuove norme sull’edilizia.

“Manca la cornice normativa – ha spiegato Falqui – perché le azioni sul territorio possano massimizzare i loro benefici e così, dopo undici anni di proroghe, si può affermare che la pianificazione è messa in secondo piano, mentre si dà priorità agli aspetti particolari”.

Critiche sono state rivolte anche per la prevista deroga rispetto ai “centri matrice” e alla proposta di estendere gli ampliamenti ai seminterrati ad uso residenziale, commerciale, direzionale e socio sanitario.

Hanno guardato con più favore alla proroga del piano casa i geometri che, con il presidente del collegio di Sassari, Giovanni Battista Pinna, e con il suo omologo di Oristano, Fulvio Deriu, hanno avanzato due proposte di modifica.

La prima: estendere i benefici volumetrici del piano casa anche agli edifici interessati dai condoni. La seconda: con riferimento alla legge 4 del 2009 nei casi in cui è prevista la demolizione e la ricostruzione, consentire lo spostamento del nuovo fabbricato entro un margine ragionevole o, dove non sussistano particolari vincoli, entro i confini della proprietà.

Sono undici le criticità segnalate (in un documento che sarà inviato alla commissione urbanistica del consiglio regionale) dai periti industriali di Cagliari che con il presidente dell’ordine, Pasquale Aru, hanno lamentato “una stesura poco chiara del testo normativo”. Posizione pressoché identica a quella manifestata da Marco Fanunza, per i periti agrari di Cagliari.

Più articolato, invece, l’intervento dei dottori agronomi e forestali che col presidente regionale Luigi Ledda e con la componente dell’ordine di Sassari, Luana Correddu, hanno espresso ferma contrarietà per gli interventi in agro, se non connessi all’attività del fondo e vincolati alla professione agricola.

Anche il presidente degli agronomi di Oristano, Pasqualino Tammaro, ha insistito sul tema dell’edificazione nelle campagne e sul consumo del suolo, reclamando “maggiore attenzione per il territorio extraurbano”.

“Nell’ambiente rurale serve superare il concetto volumi-superfici – ha spiegato Tammaro – e la volumetria deve essere legata alla produttività del fondo”.

“Sarebbe meglio – ha concluso il presidente degli agronomi nuoresi, Enzo Ibba – rimandare alla legge urbanistica le eventuali modifiche, contenute nel Dl 108, a proposito dell’edificazione in agro”.

Ed è proprio sulle questioni connesse alle campagne che si sono concentrate le richieste di precisazione ed i quesiti posti dai consiglieri Maria Laura Orru, Antonio Piu e Massimo Zedda dei Progressiti; Francesco Mura (Fdi) e Roberto Li Gioi (M5S).

A nome dell’Anci, il presidente Emiliano Deiana, ha svolto alcune considerazioni di carattere generale, preannunciando l’invio alla commissione di una più dettagliata analisi “che possa rappresentare il punto di vista dei sindaci della Sardegna sulla proroga del piano casa”.

Deiana ha ricordato in via preliminare alcuni principi relativamente alla pianificazione del territorio ed ha ribadito un concetto chiave: “La Regione deve organizzare la cornice normativa e spetta agli Enti Locali la pianificazione dal basso”.

Il presidente Anci ha inoltre riaffermato “la diversità territoriale come un valore” ed ha auspicato che si giunga all’approvazione di “un provvedimento che semplifichi i procedimenti amministrativi e renda più trasparenti i percorsi istituzionali”.

Quindi la provocazione (“mi domando cosa cambia, per le zone interne dell’Isola, con il disegno di legge 108”) e poi l’elencazione dei punti sui cui dovrebbero incentrarsi le sottolineature critiche degli Enti locali: l’ambito rurale nel paesaggio costiero, la fascia dei 300 metri dal mare, l’uso residenziale dei seminterrati, maggiore coerenza normativa e l’inadeguatezza degli uffici tecnici comunali.