Milano, 21 apr. (askanews) – Il 23 aprile saranno disponibili, a partire dalle province di Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona, i primi test sierologici sviluppati dal Policlinico San Matteo di Pavia e dalla multinazionale piemontese Diasorin. Si tratta, ha precisato ad Askanews il direttore generale dell’Irccs pavese Carlo Nicora, di test di laboratorio quantitativi, effettuati attraverso un normale prelievo di sangue, che misurano la quantità (valore) di anticorpi presenti nel sangue (IgM e IgG) presenti sia durante la fase dei sintomi (malattia) sia alla guarigione. Strumenti diversi tanto dal tampone naso-faringeo quanto dai cosiddetti test sierologici rapidi-qualitativi effettuati su una goccia di sangue, molti dei quali di provenienza cinese.
I test di laboratorio-quantitativi, ha aggiunto il dg, “misurano il valore totale di anticorpi in soggetti che sono sicuramente entrati in contatto con il Sars-CoV-2: sia gli asintomatici (ma comunque dopo 7-10 giorni dalla data iniziale del contagio) sia i malati con sintomi delle alte vie aere; test quantitativi che misurano il valore degli anticorpi neutralizzanti in soggetti che hanno contratto l’infezione e sono in convalescenza o guariti; sono i soggetti che hanno sicuramente sviluppato anticorpi che impediscono al virus di replicarsi e quindi con molta probabilità da ritenersi immuni verso la malattia (patente di immunità), ma che non certificano (con le conoscenze attuali) l’essere o no infettivi che può essere attestato solo dalla effettuazione di due tamponi nasali”.
Il tampone naso-faringeo, test diagnostico per rilevare la presenza o meno del virus in secrezioni respiratorie, rimane pertanto l’unico “per diagnosticare l’infezione in atto e l’identificazione dei soggetti infettanti (individui che tramite le proprie secrezione respiratorie infettano altri individui non entrati in contatto con il virus). Nelle fasi iniziali della malattia (incubazione di 0-14 giorni e nella fase dei sintomi cioè malattia in atto) i test sierologici non sostituiscono i tamponi nasali che certificano se una persona è infetta e contagiosa”. Quanto ai test rapidi-qualitativi indicano invece “solo se (ora o in precedenza) una persona è entrata a contatto con il Sars-CoV-2 – ha sottolineato Nicora -, ma non sono in grado di escludere l’essere contagiosi, né tantomeno di essere immuni dalla malattia”.
Questi ultimi utilizzano un metodo colorimetrico, necessitano solo di una goccia di sangue e danno un risultato in 15 minuti, mentre i test di laboratorio-quantitativi come quelli del San Matteo, cioè quelli che misurano il valore, la quantità di anticorpi, necessitano di un prelievo di sangue, di una strumentazione di laboratorio e danno un risultato in 1-2 ore. Per analizzarli negli ospedali italiani sono già presenti 500 macchinari di Diasorin in grado di processare un centinaio di kit all’ora ciascuno. Quanto alla possibilità che le aziende possano chiedere e ottenere il test, a pagamento, per i propri dipendenti Nicora ha osservato che quello per la ricerca degli anticorpi neutralizzanti “è un test diagnostico che sarà commercializzato in Italia e, pertanto, dietro prescrizione medica (medico competente aziendale) potrà essere prescritto ed effettuato in laboratori analisi autorizzati dalla Ats/Asl”.