Roma, 25 nov. (askanews) – Si terrà mercoledì 27 novembre a partire dalle 10 all’Orto Botanico dell’Università di Cagliari la conferenza stampa di presentazione del progetto ENI CBCMED “Bestmedgrape”, al termine del kickoff meeting che vede riuniti in città da lunedì 25 i partner coinvolti dall’Italia, dalla Francia, dal Libano, dalla Tunisia e dalla Giordania.
All’incontro con i giornalisti parteciperanno il Prorettore all’Internazionalizzazione dell’Università di Cagliari Alessandra Carucci, il coordinatore del progetto Gianluigi Bacchetta, il responsabile scientifico Maria Manconi, un rappresentante dell’Autorità di Gestione del programma ENI CBC MED ed i rappresentanti di tutti i partner coinvolti: Istituto di Scienze delle Produzioni alimentari (ISPA-CNR), The National Institute of Health and Medical Research (INSERM), Francia; University of Carthage (UCAR), Tunisia; Saint Joseph University of Beirut (USJ), Libano; The National Trade Union Chamber of wine, beer and spirits’ producers (UTICA), Tunisia; Berytech Foundation (Berytech), Libano; Jordan Society for Scientific Research, Entrepreneurship, and Creativity (JSSREC), Giordania.
Con un budget totale di 3,3 milioni di euro (cofinanziamento europeo di 2,6 milioni di euro, 80% del totale), BESTMEDGRAPE – la sigla sta per “New Business opportunities & Environmental suSTainability using MED GRAPE nanotechnological products” – si inserisce nel programma ENI CBC MED, che finanzia progetti di cooperazione internazionale volti a rendere l’area mediterranea più competitiva, innovativa ed inclusiva.
Al centro del progetto – coordinato dall’Università di Cagliari – la vite, pianta tradizionalmente coltivata in tutta l’area del Mediterraneo, con un elevato potenziale commerciale non completamente sfruttato. Grazie all’esperienza dei partner, BESTMEDGRAPE punta a promuovere il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca sulla vite e sui possibili utilizzi dei sottoprodotti di vinificazione, e sostenere la nascita di nuove startup o il potenziamento di imprese già esistenti. I sottoprodotti di lavorazione del vino sono spesso considerati scarti di difficile smaltimento mentre, se adeguatamente sfruttati, hanno grandi potenzialità commerciali.