Roma, 1 ott. (askanews) – “Oggi la sindaca Raggi confermi il no alla liquidazione di Roma Metropolitane e ricapitalizzi la società, come assicurato il 9 settembre alle organizzazioni sindacali, gli impegni su zero esuberi e il rilancio delle opere su ferro. Se entro le prossime ore la sindaca non bloccherà la liquidazione dell’azienda pubblica Roma Metropolitane Roma perderà ingenti finanziamenti pubblici per la costruzione ed il prolungamento delle metro a Roma, per la realizzazione di linee tranviarie e per manutenzione delle infrastrutture del Tpl. E’ questo che vuole la sindaca e la sua giunta?” Così in una nota il gruppo capitolino del Pd. “La fine delle attività della stazione appaltante della Metro C significa la fine dei lavori della terza linea della metropolitana e l’impossibilità del trasferimento dei 425 milioni stanziati dall’ex ministro ai trasporti Del Rio per la manutenzione delle metro della capitale di cui c’è estremo bisogno. E’ un disastro annunciato. Nell’amministrazione capitolina qualcuno ha deciso la liquidazione e il fallimento di una azienda fondamentale per la mobilità della Roma del futuro – sottolinea il Pd -. La sindaca non può trincerarsi dietro gli amministrativi siano il direttore generale Giampaoletti o il suo ex capo segreteria Romeo. E’ dal mese di giugno che per volontà della giunta capitolina il capitale sociale dell’azienda comunale si trova al di sotto del minimo legale come più volte sottolineato dal collegio sindacale”. “La Raggi non fugga dalle proprie responsabilità è in gioco il futuro della mobilità cittadina. Non basta propagandare il Pums per dare sostenibilità agli spostamenti dei romani – spiegano dal Pd -. Il Pums qualcuno lo deve poi realizzare e le premesse derivano da scelte politiche degli amministratori. L’Assemblea capitolina ha prodotto i suoi atti d’indirizzo votati all’unanimità con ben 8 mozioni in cui si ribadiva la centralità di Roma metropolitane nella progettazione e nello sviluppo trasporto pubblico romano”. “La delibera dell’ex assessore Colomban sul riordino e la razionalizzazione delle società comunali, pur con le sue insufficienze, non prevedeva ne liquidazioni ne esuberi di lavoratori – ricorda il Pd -. L’indirizzo politico espresso in più occasioni dall’aula Giulio Cesare indica nel rilancio e nel potenziamento della società la necessità strategica della città. Sconfessare le decisioni dell’aula è un atto grave che stravolge le regole istituzionali. Il processo per arrivare alla eventuale liquidazione dell’azienda ha dei precisi responsabili, se malauguratamente non si dovesse arrestare questo sciagurata ipotesi costoro dovranno rispondere in tutte le sedi politiche e giurisdizionali delle loro scelte. Sarebbe intollerabile perdere un capitale umano e tecnico di altissimo livello. Ci batteremo senza esitazioni in tutte le sedi, per scongiurare un danno gravissimo per la città”, conclude.