Roma, 13 set. (askanews) – In una lettera del quattro settembre la congregazione vaticana dei Vescovi guidata dal cardinale Marc Ouellet ha avvertito la conferenza episcopale tedesca che la prospettiva che le decisioni del Sinodo organizzato dalla Chiesa in Germania, di concerto con l’organizzazione dei cattolici laici, abbiano valore vincolante, “non è ecclesiologicamente valido”.
Il cardinale Ouellet ha riservatamente inviato due testi al cardinale Reinhard Marx, presidente della conferenza episcopale tedesca, riportati dalla Catholic News Agency, testata conservatrice, una missiva ed una valutazione giuridica a firma del presidente del pontificio consiglio per i Testi legislativi mons. Filippo Iannone.
In quest’ultima analisi, mons. Iannone ricorda che il Sinodo tedesco intende affrontare quattro argomenti, “autorità, partecipazione e separazione dei poteri”, “morale sessuale”, “forma di vita presbiterale” e “donne nei ministeri e negli uffici della Chiesa”, per chiosare: “E’ facile vedere che questi temi non riguardano la Chiesa in Germania ma la Chiesa universale e – con poche eccezioni – non possono essere oggetto di deliberazioni o decisioni di una Chiesa particolare senza contravvenire quel che è espresso dal Santo Padre nella sua lettera” alla Chiesa tedesca dello scorso giugno.
Secondo il dicastero vaticano responsabile della giurisdizione ecclesiastica, quello tedesco si configuera non tanto come sinodo, che ha valore consultivo, quanto come concilio: “E’ chiaro – scrive Iannone – dall’articolo della bozza degli statuti che la conferenza episcopale ha in mente di fare un concilio particolare che persegua i canoni 439-446 ma senza usare il termine”, afferma mons. Iannone: “Se la Conferenza episcopale tedesca è giunta alla convinzione che è necessario un Concilio particolare, dovrebbero seguire le procedure previste dal Codice al fine di arrivare a una deliberazione vincolante”.
“Come può una Chiesa particolare deliberare in modo vincolante se i temi affrontati riguarderanno l’intera Chiesa?”, domanda Iannone. “La conferenza episcopale non può dare effetto legale alle risoluzioni, ciò è al di fuori delle sue competenze”. Secondo il presidente dei Testi legislativi, “la sinodalità nella Chiesa, alla quale Papa Francesco fa frequente riferimento, non è sinonimo di democrazia o di decisioni a maggioranza” perché “spetta al Pontefice presentare i risultati”. Insomma, “il processo sinodale deve svolgersi all’interno di una comunità gerarchicamente strutturata” e le proposte tedesche “lasciano aperte molte questioni che meritano attenzione”.