Città del Vaticano, 5 ago. (askanews) – I cattolici non devono “mettersi in fila dietro i pifferai magici di turno” e “i simboli religiosi valgono solo nel contesto di una fede vissuta, altrimenti sono una sterile ostentazione”. Senza mai citare esplicitamente il ministro dell’Interno Matteo Salvini che in campagna elettorale ha giurato su croce e rosario, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, traccia la strada per i fedeli italiani.
“L’uomo ha sempre cercato di farsi dio di se stesso: recidendo il dialogo con il Padre o strumentalizzando gli insegnamenti della religione”, afferma l’arcivescovo di Perugia in una intervista al direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda. “Questo mi sembra più evidente dopo la grande frattura dell’11 settembre 2001: da un lato, si è accelerato, in nome della ‘qualità della vita’ e dei ‘diritti individuali’, il distacco dell’uomo da una visione cristiana dell’etica. Dall’altro lato, si è andata affermando, in nome del ‘nemico esterno’, islamico o migrante, una cultura identitaria escludente, nella logica dell’amico/nemico. In entrambi i casi c’è una negazione della caritas, dell’humanitas, della pietas e dell’universalismo cattolico. Oggi più che mai, i cattolici devono avere ‘fede retta e speranza certa’ come diceva san Francesco, senza mettersi in fila dietro i pifferai magici di turno. I falsi profeti ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Questa è la condizione e la sfida del cristiano di ogni tempo. I simboli religiosi valgono solo nel contesto di una fede vissuta, altrimenti sono una sterile ostentazione”.