Roma, 13 mag. (askanews) – Ingenti danni alle coltivazioni arboree e in campo ed alle strutture (capannoni, serre, tunnel) sono stati provocati da grandinate e vento forte che, nello scorso fine settimana, hanno flagellato le campagne in tutta Italia, a macchia di leopardo. Raffiche violente di vento hanno causato cadute di alberi e allettamento delle colture già alte in campo. La grande quantità di acqua che sta cadendo in molte provincie, se da un lato era necessaria dopo i mesi di siccità autunnale e invernale, dall’altro sta rendendo estremamente difficoltosa la produzione di fieno. Lo sottolinea Confagricoltura che sta facendo una prima ricognizione dei danni. Ricognizione ancora parziale, perché l’instabilità atmosferica prosegue anche in questa settimana. I tecnici di Confagricoltura sono all’opera su tutto il territorio e già contano danni per vari milioni di euro. Di seguito una prima mappa sulla situazione territoriale.
Nel pomeriggio di sabato una forte grandinata si e’ abbattuta in tutto il Nord dell’Astigiano e al confine tra Piemonte e Lombardia. Chicchi grandi fino a tre centimetri, soprattutto nella zona tra le province di Asti e Torino, hanno imbiancato i campi e le strade trasformando il paesaggio in uno scenario invernale come dopo una copiosa nevicata. Hanno patito i campi di orzo e grano, oltre ai vigneti. Nelle zone di Vercelli, Novara e fino al Milanese ci sono state intense grandinate e temperature in picchiata, vento forte che ha abbattuto alberi. Colpiti in particolare campi di orzo, frumento, mais e ortaggi in pieno campo. Nel Monferrato i danni sono ben visibili: distrutte le coltivazioni negli orti, nelle vigne e nei campi, in alcune situazioni anche fino al 70%. La grandine si è poi abbattuta sul territorio acquese, specialmente a Rivalta Bormida, dove il temporale con la grandine ha colpito domenica sera. Altre segnalazioni arrivano anche dai centri intorno ad Isola Sant’Antonio (nel Tortonese). Nel Bresciano colpite le vigne e problemi anche per le semine. Nel Mantovano i problemi principali si registrano dalle temperature, estremamente più rigide rispetto alla media stagionale, che stanno causando ritardi colturali che andranno a inficiare la qualità finale delle materie prime.
“La stima dei danni è in corso, ma in alcuni casi è difficile, se non impossibile, pensare a un recupero – afferma Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Piemonte – Certo è che dobbiamo fare i conti con i cambiamenti climatici che ci impongono nuove strategie e investimenti”.(Segue)