Città del Vaticano, 2 dic. (askanews) -“In queste quattro settimane siamo chiamati a uscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario, alimentando speranze e sogni per un futuro nuovo. Il Vangelo di questa domenica va proprio in tale direzione e ci mette in guardia dal lasciarci opprimere da uno stile di vita egocentrico e dai ritmi convulsi delle giornate”. Così Papa Francesco stamane, nel corso della preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro, ha spiegato ai tanti fedeli raccolti in piazza San Pietro il senso del periodo liturgico dell’Avvento, preparatorio al Natale.
Un tempo di risveglio e preghiera, ha aggiunto il pontefice per contrastare “il sonno interiore che nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori. Si trova qui la radice del torpore e della pigrizia di cui parla il Vangelo. – ha insistito il Papa – L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità dei fratelli e al desiderio di un mondo nuovo”. “È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia e dalla guerra; è il desiderio dei poveri, dei deboli,degli abbandonati. Questo tempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete su come e per chi spendiamo la nostra vita”, ha quindi detto.
Altro atteggiamento indicato da Francesco in questo periodo di attesa quello della preghiera. “Si tratta di alzarsi e pregare, rivolgendo i nostri pensieri e il nostro cuore a Gesù che sta per venire. Ci si alza quando si attende qualcosa o qualcuno. Noi attendiamo Gesù e lo vogliamo attendere nella preghiera, che è strettamente legata alla vigilanza”. “Anche noi cristiani, che pure siamo popolo di Dio, – è stato il suo ammonimento – rischiamo di mondanizzarci e di perdere la nostra identità, anzi, di ‘paganizzare’ lo stile cristiano”.
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