Palermo, 28 set. (askanews) – Sono stati rinviati a giudizio dal gip di Caltanissetta i tre poliziotti Fabrizio Mattei, Mario Bo e Michele Ribaudo, accusati di avere depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Nei confronti dei tre agenti di polizia l’accusa è di calunnia aggravata.
Al centro del lavoro degli inquirenti c’è quanto fatto dal pool coordinato da Arnaldo La Barbera all’indomani delle stragi palermitane del ’92, che avrebbe fondato le proprie inchieste sulle testimonianze di falsi pentiti, come Vincenzo Scarantino. I tre figli del magistrato, Lucia, Fiammetta e Manfredi si sono costituiti parte civile in questo processo che più di ogni altro vede lo Stato portare alla sbarra pezzi di se stesso. “La verità verrà fuori solo se loro parlano e rompono questo muro di omertà”, ha commentato Fiammetta Borsellino, sottolineando: “Questo è un inizio, nella consapevolezza che ci sono grossi pezzi dello Stato implicati in questa vicenda. Il silenzio di questi poliziotti è peggio dell’omertà dei mafiosi”.
La prima udienza si terrà il 5 novembre al tribunale di Caltanissetta.
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