Roma, 20 set. (askanews) – Condannato a Roma il principe Vittorio Emanuele di Savoia per l’accusa di calunnia. L’erede del trono d’Italia è stato riconosciuto colpevole ed ha avuto due anni di pena all’esito del rito abbreviato. La sentenza è stata decisa dal giudice Simonetta D’Alessandro che ha di fatto accolto le richieste del pubblico ministero. Le contestazioni riguardavano Birgit Hamer, sorella di Dirk, il giovane deceduto nel 1978 a causa di un colpo d’arma da fuoco per il quale fu indagato e poi prosciolto, lo stesso Savoia.
Vittorio Emanuele aveva accusato la donna del reato di diffamazione per quanto da lei scritto nel libro ‘Delitto senza castigo’ nel quale attribuiva a Savoia il ferimento del giovane. “Questo è un riconoscimento alla verità e alla giustizia – dice Birgit Hamer subito dopo la sentenza del tribunale di Roma – non ho mai cercato vendetta ma solo giustizia. Ho cercato un riconoscimento ufficiale della verità per quasi quarant’anni”. “È stata una traversata nel deserto – ha spiegato Hamer – dedico questo risultato a mio fratello”. Nel suo libro Birgit Hamer citava tra l’altro il contenuto dell’intercettazione ambientale risalente al 2006 nella cella in cui era recluso Vittorio Emanuele per la vicenda ‘Vallettopoli’ durante la quale aveva fatto riferimento a modi e tempi del fatale sparo. IN particolare nella conversazione Vittorio Emanuele si vantava di ‘averli fregati’, visto che era stato prosciolto per l’omicidio di Dirk Hamer.