Il film su Trump e il trumpismo ha aperto Lo Schermo dell’Arte
Firenze, 17 nov. (askanews) – Un film d’artista per raccontare l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021. Andres Serrano, da anni protagonista della scena dell’arte contemporanea, ha realizzato il suo primo film, “Insurrection”, che e’ stato presentato al cinema per la prima volta al festival Lo Schermo dell’Arte di Firenze. Una cronaca con piu’ fonti, drammatica e anche spaventosa per le dinamiche che quell’episodio ha messo in evidenza.
“Questo film – ha detto l’artista statunitense ad askanews – e’ la continuazione di un progetto di qualche anno fa chiamato ‘The Game: All Things Trump’, che e’ un ritratto di Donald Trump attraverso un migliaio di oggetti che ho raccolto e usato per un’installazione, oggetti che vengono dal suo impero, dai suoi hotel, dai casino, dalla Trump University e molti di questi progetti sono falliti, sono imprese fallite miseramente. Quando e’ diventato presidente ho pensato che quel progetto fosse parte della sua eredita’. In un certo senso credo che Trump abbia tentato di fare la stessa cosa all’America e ha fatto un grande casino”.
Serrano utilizza materiali diversi, nella prima parte il film e’ una sorta di collage storico, cui la musica fa spesso da contrappunto, in questo nel solco di diverse pratiche contemporanee, come quella di Arthur Jafa. “Insurrection” pero’ fa poi uno scarto, mettendosi volutamente in relazione con una controversa opera cinematografica del primo Novecento come “Birth of a Nation” di David W. Griffith ed entrando in profondita’ dentro quella nazione che vive una profonda crisi dei valori democratici, simboleggiata alla perfezione dall’assalto ai parlamentari. Le inquadrature in soggettiva dei video postati sui social dai manifestanti assumono sullo schermo la forza di presa di coscienza della violenza e dell’ambiguita’ che lo stesso ex presidente ha incarnato. E il film lascia addosso una sensazione di devastazione, fisica e morale, difficile da allontanare.
“Sfortunatamente Trump ha cambiato l’America in molti modi che ancora non capiamo – ha aggiunto Andres Serrano – dopo la sua presidenza e se per caso tornera’ alla Casa Bianca, il Paese e’ cambiato e lo sara’ per molti anni per i suoi giudizi politici, per le sue politiche che hanno abbracciato l’agenda dell’estrema destra. Hanno davvero fatto qualcosa alla democrazia e non in senso positivo”.
Quella che vediamo sullo schermo, pur con l’algidita’ tecnica della documentazione, e’ a tutti gli effetti una tragedia, una tragedia classica, senza consolazione. Una tragedia che e’ stata ritenuta, per esempio in Gran Bretagna, a favore di Trump, ma si tratta di una lettura che, stante il film e le parole di Serrano, non ha fondamento.
(Leonardo Merlini)
Usa, la tragedia del 6 gennaio: Serrano racconta l’insurrezione
Firenze, 17 nov. (askanews) – Un film d’artista per raccontare l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021. Andres Serrano, da anni protagonista della scena dell’arte contemporanea, ha realizzato il suo primo film, “Insurrection”, che e’ stato presentato al cinema per la prima volta al festival Lo Schermo dell’Arte di Firenze. Una cronaca con piu’ fonti, drammatica e anche spaventosa per le dinamiche che quell’episodio ha messo in evidenza.
“Questo film – ha detto l’artista statunitense ad askanews – e’ la continuazione di un progetto di qualche anno fa chiamato ‘The Game: All Things Trump’, che e’ un ritratto di Donald Trump attraverso un migliaio di oggetti che ho raccolto e usato per un’installazione, oggetti che vengono dal suo impero, dai suoi hotel, dai casino, dalla Trump University e molti di questi progetti sono falliti, sono imprese fallite miseramente. Quando e’ diventato presidente ho pensato che quel progetto fosse parte della sua eredita’. In un certo senso credo che Trump abbia tentato di fare la stessa cosa all’America e ha fatto un grande casino”.
Serrano utilizza materiali diversi, nella prima parte il film e’ una sorta di collage storico, cui la musica fa spesso da contrappunto, in questo nel solco di diverse pratiche contemporanee, come quella di Arthur Jafa. “Insurrection” pero’ fa poi uno scarto, mettendosi volutamente in relazione con una controversa opera cinematografica del primo Novecento come “Birth of a Nation” di David W. Griffith ed entrando in profondita’ dentro quella nazione che vive una profonda crisi dei valori democratici, simboleggiata alla perfezione dall’assalto ai parlamentari. Le inquadrature in soggettiva dei video postati sui social dai manifestanti assumono sullo schermo la forza di presa di coscienza della violenza e dell’ambiguita’ che lo stesso ex presidente ha incarnato. E il film lascia addosso una sensazione di devastazione, fisica e morale, difficile da allontanare.
“Sfortunatamente Trump ha cambiato l’America in molti modi che ancora non capiamo – ha aggiunto Andres Serrano – dopo la sua presidenza e se per caso tornera’ alla Casa Bianca, il Paese e’ cambiato e lo sara’ per molti anni per i suoi giudizi politici, per le sue politiche che hanno abbracciato l’agenda dell’estrema destra. Hanno davvero fatto qualcosa alla democrazia e non in senso positivo”.
Quella che vediamo sullo schermo, pur con l’algidita’ tecnica della documentazione, e’ a tutti gli effetti una tragedia, una tragedia classica, senza consolazione. Una tragedia che e’ stata ritenuta, per esempio in Gran Bretagna, a favore di Trump, ma si tratta di una lettura che, stante il film e le parole di Serrano, non ha fondamento.
(Leonardo Merlini)