Ignoto e trasformazioni, Artissima alla ricerca di nuove scoperte – askanews.it

Ignoto e trasformazioni, Artissima alla ricerca di nuove scoperte

Torino, 4 nov. (askanews) – Una fiera che vuole provare a mettere in crisi le certezze di partecipanti e visitatori all’insegna di una nuova forma di esperienza e relazione con cio’ che definiamo arte contemporanea. E’ ambizioso il presupposto su cui e’ nata l’edizione 2022 di Artissima, che torna a Torino negli spazi dell’Oval al Lingotto. “Questa edizione di Artissima – ha detto ad askanews il direttore della fiera, Luigi Fassi – l’abbiamo concettualmente e tematicamente pensata lavorando con una filosofa americana, Laurie Anne Paul, che ci ha raccontato che cosa e’ un’esperienza trasformativa, da qui il tema: come spesso facciamo un uso fallace della ragione per anticipare nel presente quanto accadra’ nel futuro, i bivi della nostra vita, le esperienze trasformative. Bisogna accettare, dice Paul, che esiste l’ignoto, la scoperta del’ignoto, le rivelazioni. Bene la nostra sfida e’ raccontare l’arte attraverso l’ignoto, l’arte e’ un ignoto, perche’ quello che noi cerchiamo da una mostra o da un concerto, non la conosciamo in anticipo, lo desideriamo. Desideriamo trasformarci attraverso l’arte”. Una trasformazione che le gallerie partecipanti provano a suscitare attraverso progetti pensati espressamente per la fiera, muovendosi a volte su terreni ambigui e affascinanti, per esempio con le fotografie narrative di Elisa Sighicelli, o con i simboli di David Reimondo, che descrivono un materiale e sono fatti dello stesso materiale, o ancora con quelle finestre spalancate sul tempo e la storia che sono i lavori di Gian Maria Tosatti. La ricerca insomma, ma anche il mercato, i suoi numeri, le sue aspettative: 175 gallerie, 42 prime partecipazioni, espositori da 28 Paesi, con il 59% di presenze straniere. Si indaga l’ignoto, si diceva, ma lo si fa da una prospettiva internazionale, con una postura curatoriale che e’ gia’ di per se’ una forma di respiro estremamente lontana dal provincialismo e dalle banalizzazioni. “Il collezionista fidelizzato ad Altissima – ha aggiunto Fassi – sa che viene qui e incontrera’ gallerie e artisti che ancora non conosce, e questo premia, perche’ Artissima cerca scoperta e non conferme”. Main partner della fiera, per la terza volta, e’ Intesa Sanpaolo, che ha portato all’Oval le fotografie di Gregory Crewdson e che alle Gallerie d’Italia di piazza San Carlo presenta un progetto dedicato ai film d’artista. “La consapevolezza piena delle proprie collezioni, il loro valore storico, artistico, culturale, ma anche economico – ci ha detto Michele Coppola Executive Director Arte Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo nonche’ direttore delle Gallerie d’Italia – impone a un collezionista istituzionale, anche il dovere di continuare a studiare, il che significa supportare quei luoghi che in Italia fanno cultura e fanno arte contemporanea e credo che Artissima ne abbia un primato riconosciuto”. Un primato di cui e’ bello e interessante fare esperienza, provando a immaginare di essere in una fiera, ma anche in un grande museo mobile, imperfetto, incerto e per questo decisamente stimolante. (Leonardo Merlini)
Nov 4, 2022
La fiera d’arte torinese diretta da Luigi Fassi

Torino, 4 nov. (askanews) – Una fiera che vuole provare a mettere in crisi le certezze di partecipanti e visitatori all’insegna di una nuova forma di esperienza e relazione con cio’ che definiamo arte contemporanea. E’ ambizioso il presupposto su cui e’ nata l’edizione 2022 di Artissima, che torna a Torino negli spazi dell’Oval al Lingotto.

“Questa edizione di Artissima – ha detto ad askanews il direttore della fiera, Luigi Fassi – l’abbiamo concettualmente e tematicamente pensata lavorando con una filosofa americana, Laurie Anne Paul, che ci ha raccontato che cosa e’ un’esperienza trasformativa, da qui il tema: come spesso facciamo un uso fallace della ragione per anticipare nel presente quanto accadra’ nel futuro, i bivi della nostra vita, le esperienze trasformative. Bisogna accettare, dice Paul, che esiste l’ignoto, la scoperta del’ignoto, le rivelazioni. Bene la nostra sfida e’ raccontare l’arte attraverso l’ignoto, l’arte e’ un ignoto, perche’ quello che noi cerchiamo da una mostra o da un concerto, non la conosciamo in anticipo, lo desideriamo. Desideriamo trasformarci attraverso l’arte”.

Una trasformazione che le gallerie partecipanti provano a suscitare attraverso progetti pensati espressamente per la fiera, muovendosi a volte su terreni ambigui e affascinanti, per esempio con le fotografie narrative di Elisa Sighicelli, o con i simboli di David Reimondo, che descrivono un materiale e sono fatti dello stesso materiale, o ancora con quelle finestre spalancate sul tempo e la storia che sono i lavori di Gian Maria Tosatti.

La ricerca insomma, ma anche il mercato, i suoi numeri, le sue aspettative: 175 gallerie, 42 prime partecipazioni, espositori da 28 Paesi, con il 59% di presenze straniere. Si indaga l’ignoto, si diceva, ma lo si fa da una prospettiva internazionale, con una postura curatoriale che e’ gia’ di per se’ una forma di respiro estremamente lontana dal provincialismo e dalle banalizzazioni.

“Il collezionista fidelizzato ad Altissima – ha aggiunto Fassi – sa che viene qui e incontrera’ gallerie e artisti che ancora non conosce, e questo premia, perche’ Artissima cerca scoperta e non conferme”.

Main partner della fiera, per la terza volta, e’ Intesa Sanpaolo, che ha portato all’Oval le fotografie di Gregory Crewdson e che alle Gallerie d’Italia di piazza San Carlo presenta un progetto dedicato ai film d’artista. “La consapevolezza piena delle proprie collezioni, il loro valore storico, artistico, culturale, ma anche economico – ci ha detto Michele Coppola Executive Director Arte Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo nonche’ direttore delle Gallerie d’Italia – impone a un collezionista istituzionale, anche il dovere di continuare a studiare, il che significa supportare quei luoghi che in Italia fanno cultura e fanno arte contemporanea e credo che Artissima ne abbia un primato riconosciuto”.

Un primato di cui e’ bello e interessante fare esperienza, provando a immaginare di essere in una fiera, ma anche in un grande museo mobile, imperfetto, incerto e per questo decisamente stimolante.

(Leonardo Merlini)