Di Conai e GS1 Italy. Ogni 6 mesi monitora prodotti a scaffale e acquistati
Milano, 20 ott. (askanews) – Nasce IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, frutto della collaborazione fra Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, e GS1 Italy, organizzazione no profit che promuove l’utilizzo degli standard GS1 per la comunicazione tra imprese. IdentiPack, che nasce alla vigilia dell’obbligo, dal prossimo gennaio, di utilizzare l’etichetta ambientale degli imballaggi sui prodotti che vengono messi in commercio, monitorera’ in modo costante la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia e ogni sei mesi restituira’ un’analisi dettagliata dei prodotti in commercio, fotografando la situazione relativa a quelli disponibili a scaffale e poi realmente acquistati dal consumatore, segmentandoli in base ai reparti di appartenenza.
Attraverso lo standard GS1 GTIN del codice a barre GS1, l’Osservatorio incrocia le informazioni ambientali riportate sulle etichette degli imballaggi di largo consumo, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy (in questa prima edizione 128mila), con le elaborazioni NielsenIQ sul venduto negli ipermercati e nei supermercati italiani. Sara’ cosi’ possibile avere dati aggiornati su quanti prodotti presentano in etichetta le informazioni ambientali e quanti riportano informazioni aggiuntive, come i marchi volontari legati alle caratteristiche di sostenibilita’ del packaging, i suggerimenti su come fare una raccolta differenziata di qualita’, o sistemi digitali come QR code e il GS1 Digital Link per rinviare a pagine web che riportano le informazioni ambientali presenti sulla confezione.
“Un passo avanti nel monitorare la risposta delle aziende italiane all’obbligo di etichettatura ambientale – commenta il presidente Conai Luca Ruini – Ci permettera’ di capire come le imprese si stanno muovendo e di scoprire se alcuni settori faticano ad adeguarsi al nuovo obbligo, oltre che di studiare come il fenomeno dell’etichettatura volontaria prende forma e in quali settori. Potremo inoltre monitorare quella che sembra essere una vera nuova frontiera, l’etichetta digitale: scoprire quanto e come viene utilizzata sara’ utile sia per l’industria degli imballaggi sia per la filiera del riciclo”.
“Dal codice a barre ai QR code e al GS1 Digital Link: il linguaggio comune e globale abilitato dagli standard GS1 e’ in una evoluzione continua che viaggia di pari passo con quella del mondo del largo consumo, dove la transizione digitale sta profondamente trasformando anche i driver e i comportamenti d’acquisto. Al centro di questa evoluzione: i dati, che ci raccontano di consumatori sempre piu’ consapevoli, attenti alla sostenibilita’ e alla ricerca di informazioni su cui fondare le proprie scelte di consumo – spiega Bruno Aceto, ceo di GS1 Italy – Con IdentiPack, che si affianca all’Osservatorio Immagino e all’Osservatorio Non food di GS1 Italy, proseguiamo nella missione di favorire la conoscenza del mercato, offrendo alle aziende e al sistema strumenti di analisi, informazioni e stimoli utili per orientare le scelte strategiche verso una maggiore sostenibilita’. Serve un linguaggio comune, quello degli standard GS1 e delle soluzioni GS1 Italy, che consenta di condividere le informazioni legate alla sostenibilita’ dei prodotti e dei processi da parte delle aziende lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale, con il quale aprire un canale di comunicazione sempre piu’ efficace e trasparente perche’ possa compiere scelte consapevoli e sostenibili”.
Secondo il primo report di IdentiPack, nel 2021 sul mercato italiano i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al pack sono aumentati rispetto all’anno precedente, in anticipo quindi rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo stabilito dalle norme europee e italiane. E le cifre sono incoraggianti, soprattutto quelle relative alle informazioni ambientali che, a partire dal 2023, in Italia saranno obbligatorie.
Su 17.300 etichette a scaffale e’ gia’ presente la codifica identificativa del materiale usato, ai sensi della decisione 129/97/CE. Corrispondono al 13,5% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+3,2 punti percentuali rispetto al 2020) e al 25,1% del totale dei prodotti venduti (+1,8 p.ti % rispetto al 2020). Su 46.156 referenze compaiono gia’ le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Parliamo del 36% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2021 (+2,2 punti percentuali rispetto al 2020) e del 55,5% di quelli effettivamente venduti (+0,9 punti rispetto al 2020). Senza contare che oggi le etichette di 4.268 prodotti hanno almeno un’indicazione che consente di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul contenuto o sul packaging del prodotto. Un paniere che include il 3,3% delle referenze a scaffale e di quelle vendute complessivamente. E’ un numero che e’ cresciuto di 0,3 punti percentuali se confrontato con quello del 2020.
Fra i settori merceologici analizzati, quello del freddo si posiziona sul primo gradino del podio per la comunicazione delle informazioni ambientali dei packaging: gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Ma brillano anche per la presenza di certificazioni relative alla compostabilita’ del packaging e di suggerimenti per migliorare la raccolta differenziata a casa. Bene anche la drogheria alimentare, un comparto in cui quattro prodotti su dieci indicano il materiale di cui e’ composto l’imballaggio e il modo corretto di differenziarlo. All’home care, invece, la palma per l’uso di canali digitali che forniscono informazioni aggiuntive: un reparto pionieristico nel mettere a disposizione del consumatore QR code e link digitali, diffusi sui suoi imballaggi molto piu’ che nel resto del grocery.
IdentiPack è il primo Osservatorio sull’etichetta ambientale imballaggi
Milano, 20 ott. (askanews) – Nasce IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, frutto della collaborazione fra Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, e GS1 Italy, organizzazione no profit che promuove l’utilizzo degli standard GS1 per la comunicazione tra imprese. IdentiPack, che nasce alla vigilia dell’obbligo, dal prossimo gennaio, di utilizzare l’etichetta ambientale degli imballaggi sui prodotti che vengono messi in commercio, monitorera’ in modo costante la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia e ogni sei mesi restituira’ un’analisi dettagliata dei prodotti in commercio, fotografando la situazione relativa a quelli disponibili a scaffale e poi realmente acquistati dal consumatore, segmentandoli in base ai reparti di appartenenza.
Attraverso lo standard GS1 GTIN del codice a barre GS1, l’Osservatorio incrocia le informazioni ambientali riportate sulle etichette degli imballaggi di largo consumo, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy (in questa prima edizione 128mila), con le elaborazioni NielsenIQ sul venduto negli ipermercati e nei supermercati italiani. Sara’ cosi’ possibile avere dati aggiornati su quanti prodotti presentano in etichetta le informazioni ambientali e quanti riportano informazioni aggiuntive, come i marchi volontari legati alle caratteristiche di sostenibilita’ del packaging, i suggerimenti su come fare una raccolta differenziata di qualita’, o sistemi digitali come QR code e il GS1 Digital Link per rinviare a pagine web che riportano le informazioni ambientali presenti sulla confezione.
“Un passo avanti nel monitorare la risposta delle aziende italiane all’obbligo di etichettatura ambientale – commenta il presidente Conai Luca Ruini – Ci permettera’ di capire come le imprese si stanno muovendo e di scoprire se alcuni settori faticano ad adeguarsi al nuovo obbligo, oltre che di studiare come il fenomeno dell’etichettatura volontaria prende forma e in quali settori. Potremo inoltre monitorare quella che sembra essere una vera nuova frontiera, l’etichetta digitale: scoprire quanto e come viene utilizzata sara’ utile sia per l’industria degli imballaggi sia per la filiera del riciclo”.
“Dal codice a barre ai QR code e al GS1 Digital Link: il linguaggio comune e globale abilitato dagli standard GS1 e’ in una evoluzione continua che viaggia di pari passo con quella del mondo del largo consumo, dove la transizione digitale sta profondamente trasformando anche i driver e i comportamenti d’acquisto. Al centro di questa evoluzione: i dati, che ci raccontano di consumatori sempre piu’ consapevoli, attenti alla sostenibilita’ e alla ricerca di informazioni su cui fondare le proprie scelte di consumo – spiega Bruno Aceto, ceo di GS1 Italy – Con IdentiPack, che si affianca all’Osservatorio Immagino e all’Osservatorio Non food di GS1 Italy, proseguiamo nella missione di favorire la conoscenza del mercato, offrendo alle aziende e al sistema strumenti di analisi, informazioni e stimoli utili per orientare le scelte strategiche verso una maggiore sostenibilita’. Serve un linguaggio comune, quello degli standard GS1 e delle soluzioni GS1 Italy, che consenta di condividere le informazioni legate alla sostenibilita’ dei prodotti e dei processi da parte delle aziende lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale, con il quale aprire un canale di comunicazione sempre piu’ efficace e trasparente perche’ possa compiere scelte consapevoli e sostenibili”.
Secondo il primo report di IdentiPack, nel 2021 sul mercato italiano i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al pack sono aumentati rispetto all’anno precedente, in anticipo quindi rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo stabilito dalle norme europee e italiane. E le cifre sono incoraggianti, soprattutto quelle relative alle informazioni ambientali che, a partire dal 2023, in Italia saranno obbligatorie.
Su 17.300 etichette a scaffale e’ gia’ presente la codifica identificativa del materiale usato, ai sensi della decisione 129/97/CE. Corrispondono al 13,5% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+3,2 punti percentuali rispetto al 2020) e al 25,1% del totale dei prodotti venduti (+1,8 p.ti % rispetto al 2020). Su 46.156 referenze compaiono gia’ le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Parliamo del 36% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2021 (+2,2 punti percentuali rispetto al 2020) e del 55,5% di quelli effettivamente venduti (+0,9 punti rispetto al 2020). Senza contare che oggi le etichette di 4.268 prodotti hanno almeno un’indicazione che consente di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul contenuto o sul packaging del prodotto. Un paniere che include il 3,3% delle referenze a scaffale e di quelle vendute complessivamente. E’ un numero che e’ cresciuto di 0,3 punti percentuali se confrontato con quello del 2020.
Fra i settori merceologici analizzati, quello del freddo si posiziona sul primo gradino del podio per la comunicazione delle informazioni ambientali dei packaging: gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Ma brillano anche per la presenza di certificazioni relative alla compostabilita’ del packaging e di suggerimenti per migliorare la raccolta differenziata a casa. Bene anche la drogheria alimentare, un comparto in cui quattro prodotti su dieci indicano il materiale di cui e’ composto l’imballaggio e il modo corretto di differenziarlo. All’home care, invece, la palma per l’uso di canali digitali che forniscono informazioni aggiuntive: un reparto pionieristico nel mettere a disposizione del consumatore QR code e link digitali, diffusi sui suoi imballaggi molto piu’ che nel resto del grocery.