Il Kuomintang: da nemico dei comunisti a loro sponda nell’isola
Roma, 17 ott. (askanews) – Congratulazioni per l’avvio del XX Congresso del Partito comunista cinese (Pcc), iniziato ieri con la relazione del segretario generale e presidente cinese Xi Jinping, sono arrivate anche da Taiwan. Naturalmente non dalla presidente, Tsai Ing-wen, che ha con Pechino rapporti molto tesi, ma dal principale partito d’opposizione, il partito nazionalista Kuomintang, antico nemico di Pcc, ma accomunato a Pechino dal no a possibili mosse indipendentiste dell’isola.
Il Comitato centrale del Kuomintang, in un messaggio di congratulazioni, ha affermato che gli scambi tra Cina e Taiwan hanno avuto fruttuosi risultati grazie al Consenso raggiunto nel 1992, una formula con la quale solitamente si indica il risultato di un incontro semiufficiale avvenuto in quell’anno che sanci’ l’adesione di entrambe le parti al principio dell'”Unica Cina”, senza pero’ che vi fosse un’identita’ di vedute su quale sia l’unica Cina: Taipei o Pechino?
L’organismo principale del Kuomintang, nel suo messaggio congratulatorio, ha espresso l’auspicio che i due partiti continuino a cooperare con sincerita’, reciproca fiducia, cercando un comune terreno per mettere da parte le differenze e portare beneficio al popolo cinese sulle due sponde dello Stretto di Taiwan e salvaguardando la pace e la stabilita’.
A questo messaggio ha risposto il Comitato centrale del Pcc, ha auspicato che i due partiti rafforzino la loro cooperazione, anche alla luce della situazione complicata al momento esistente tra Taiwan e Repubblica popolare cinese.
Il Kuomintang e’ il partito nazionalista fondato nel 1912 da Sun Yat-sen, primo presidente della Repubblica cinese dopo il rovesciamento della dinastia Qing. Dopo il fronte comune anti-giapponese nella seconda guerra mondiale, Pcc e Kuomintang – guidato dal generalissimo Chiang Kai-shek – si scontrarono in una sanguinosa guerra civile, che termino’ con la vittoria comunista e la fuga di Chiang e dei suoi uomini a Taiwan, dove fondo’ la Repubblica di Cina.
Nell’isola, il Kuomintang di Chiang Kai-shek governo’ come partito unico fino alla morte del generalissimo, quando ci fu una riforma democratica che ammise il pluripartitismo. Ma il partito mantenne, pur tra le spaccature, il potere fino al 2000, quando per la prima volta il Partito progressista democratico, di cui e’ espressione anche l’attuale presidente Tsai Ing-wen.
Cio’ che divide il Kuomintang dal Ppd e’ appunto l’accento sull’autonomia da Pechino, oltre a un’interpretazione piu’ ampia e liberal della democrazia, da parte del secondo, tanto che Pechino accusa l’attuale amministrazione Tsai di essere indipendentista. Cio’ porta anche al fatto che i due antichi rivali trovino un terreno comune d’intesa nel loro no alle spinte indipendentiste a Taiwan.
Ieri il presidente Xi Jinping, nella sua relazione d’apertura al XX Congresso, ha ribadito che Pechino non rinuncera’ all’opzione militare per la riunificazione di Taiwan. Dal canto suo l’ufficio presidenziale di Taipei ha risposto: “Taiwan non rinuncera’ alla sua sovranita’, non fara’ compromessi sulla democrazie e sulla liberta’, anche se incontrarsi sul campo di battaglia non e’ assolutamente un’opzione per le due sponde dello stretto”. Insomma – ha continuato – i taiwanesi sono convinti che l’opzione Hong Kong, proposta anche per Taiwan, di “uno Paese, due sistemi” non sia accettabile. Anche alla luce del fatto che nell’ex colonia britannica le liberta’ democratiche sono oggi sotto attacco anche con l’ultima legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, che ha portato diversi oppositori alla sbarra.
XX Congresso Pcc, gli auguri dall’opposizione taiwanese
Roma, 17 ott. (askanews) – Congratulazioni per l’avvio del XX Congresso del Partito comunista cinese (Pcc), iniziato ieri con la relazione del segretario generale e presidente cinese Xi Jinping, sono arrivate anche da Taiwan. Naturalmente non dalla presidente, Tsai Ing-wen, che ha con Pechino rapporti molto tesi, ma dal principale partito d’opposizione, il partito nazionalista Kuomintang, antico nemico di Pcc, ma accomunato a Pechino dal no a possibili mosse indipendentiste dell’isola.
Il Comitato centrale del Kuomintang, in un messaggio di congratulazioni, ha affermato che gli scambi tra Cina e Taiwan hanno avuto fruttuosi risultati grazie al Consenso raggiunto nel 1992, una formula con la quale solitamente si indica il risultato di un incontro semiufficiale avvenuto in quell’anno che sanci’ l’adesione di entrambe le parti al principio dell'”Unica Cina”, senza pero’ che vi fosse un’identita’ di vedute su quale sia l’unica Cina: Taipei o Pechino?
L’organismo principale del Kuomintang, nel suo messaggio congratulatorio, ha espresso l’auspicio che i due partiti continuino a cooperare con sincerita’, reciproca fiducia, cercando un comune terreno per mettere da parte le differenze e portare beneficio al popolo cinese sulle due sponde dello Stretto di Taiwan e salvaguardando la pace e la stabilita’.
A questo messaggio ha risposto il Comitato centrale del Pcc, ha auspicato che i due partiti rafforzino la loro cooperazione, anche alla luce della situazione complicata al momento esistente tra Taiwan e Repubblica popolare cinese.
Il Kuomintang e’ il partito nazionalista fondato nel 1912 da Sun Yat-sen, primo presidente della Repubblica cinese dopo il rovesciamento della dinastia Qing. Dopo il fronte comune anti-giapponese nella seconda guerra mondiale, Pcc e Kuomintang – guidato dal generalissimo Chiang Kai-shek – si scontrarono in una sanguinosa guerra civile, che termino’ con la vittoria comunista e la fuga di Chiang e dei suoi uomini a Taiwan, dove fondo’ la Repubblica di Cina.
Nell’isola, il Kuomintang di Chiang Kai-shek governo’ come partito unico fino alla morte del generalissimo, quando ci fu una riforma democratica che ammise il pluripartitismo. Ma il partito mantenne, pur tra le spaccature, il potere fino al 2000, quando per la prima volta il Partito progressista democratico, di cui e’ espressione anche l’attuale presidente Tsai Ing-wen.
Cio’ che divide il Kuomintang dal Ppd e’ appunto l’accento sull’autonomia da Pechino, oltre a un’interpretazione piu’ ampia e liberal della democrazia, da parte del secondo, tanto che Pechino accusa l’attuale amministrazione Tsai di essere indipendentista. Cio’ porta anche al fatto che i due antichi rivali trovino un terreno comune d’intesa nel loro no alle spinte indipendentiste a Taiwan.
Ieri il presidente Xi Jinping, nella sua relazione d’apertura al XX Congresso, ha ribadito che Pechino non rinuncera’ all’opzione militare per la riunificazione di Taiwan. Dal canto suo l’ufficio presidenziale di Taipei ha risposto: “Taiwan non rinuncera’ alla sua sovranita’, non fara’ compromessi sulla democrazie e sulla liberta’, anche se incontrarsi sul campo di battaglia non e’ assolutamente un’opzione per le due sponde dello stretto”. Insomma – ha continuato – i taiwanesi sono convinti che l’opzione Hong Kong, proposta anche per Taiwan, di “uno Paese, due sistemi” non sia accettabile. Anche alla luce del fatto che nell’ex colonia britannica le liberta’ democratiche sono oggi sotto attacco anche con l’ultima legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, che ha portato diversi oppositori alla sbarra.