Alla Festa del Cinema di Roma il nuovo film di Edoardo Falcone
Roma, 16 ott. (askanews) – Marco Giallini si e’ trasformato in una sorta di Scrooge, in un uomo ricco, avido, egoista e disposto a tutto pur di acquisire un titolo nobiliare. E’ "Il Principe di Roma", protagonista del nuovo film di Edoardo Falcone presentato nella sezione Grand Public alla Festa del Cinema di Roma e nelle sale dal 17 novembre.
Tra favola e ironia, il film prende spunto dal celebre Canto di Natale di Charles Dickens, spostando pero’ la storia nella Roma del 1829 ed eliminando il Natale, con riferimenti ai sonetti del Belli e al cinema di Luigi Magni.
Il regista Edoardo Falcone: " l’incrocio tra Il Canto di Natale e Roma, Roma e’ la mia citta’, il posto che amo, amo le sue tradizioni, la sua storia, la poesia, quindi ho colto l’occasione per unire le due cose".
"E’ romano, il principe di Roma, e’ tratto in qualche modo liberamente dal Canto di Natale di Dickens ma insomma secondo me e’ diverso e’ alla romana", ha spiegato Giallini.
Lo Scrooge-Giallini, arricchitosi con astuzia e odiato da tutti, incontrera’ dei fantasmi molto particolari che lo accompagneranno nel viaggio tra passato, presente e futuro, costringendolo a fare i conti con la sua coscienza: Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Papa Borgia.
"Ne vengono anche citati altri che girano, Keats e Shelley, perche’ nella tradizione si dice ancora che in certi luoghi, silenzio permettendo, li puoi vedere passare", aggiunge il regista.
Il fantasma di Beatrice Cenci e’ interpretato dalla giovane Denise Tantucci:
"Nel mio immaginario Beatrice Cenci era decisamente piu’ seria e triste come personaggio, perche’ la sua storia purtroppo e’ cosi’, poi quello che si sa di lei e’ soltanto la sua morte, quindi non avevamo molte informazioni, invece con Edoardo Falcone abbiamo trovato una chiave piu’ brillante e giovanile".
Per Giuseppe Battiston, che interpreta Papa Borgia e’ una commedia che fa ridere ma allo stesso tempo riflettere:
"Insegna come, allora come adesso, questa smania di apparire ed essere altro rispetto a quello che si e’ puo’ essere a vari livelli e in varie modalita’ alquanto deleteria".
Marco Giallini è “Il Principe di Roma” tra i fantasmi della città
Roma, 16 ott. (askanews) – Marco Giallini si e’ trasformato in una sorta di Scrooge, in un uomo ricco, avido, egoista e disposto a tutto pur di acquisire un titolo nobiliare. E’ "Il Principe di Roma", protagonista del nuovo film di Edoardo Falcone presentato nella sezione Grand Public alla Festa del Cinema di Roma e nelle sale dal 17 novembre.
Tra favola e ironia, il film prende spunto dal celebre Canto di Natale di Charles Dickens, spostando pero’ la storia nella Roma del 1829 ed eliminando il Natale, con riferimenti ai sonetti del Belli e al cinema di Luigi Magni.
Il regista Edoardo Falcone: " l’incrocio tra Il Canto di Natale e Roma, Roma e’ la mia citta’, il posto che amo, amo le sue tradizioni, la sua storia, la poesia, quindi ho colto l’occasione per unire le due cose".
"E’ romano, il principe di Roma, e’ tratto in qualche modo liberamente dal Canto di Natale di Dickens ma insomma secondo me e’ diverso e’ alla romana", ha spiegato Giallini.
Lo Scrooge-Giallini, arricchitosi con astuzia e odiato da tutti, incontrera’ dei fantasmi molto particolari che lo accompagneranno nel viaggio tra passato, presente e futuro, costringendolo a fare i conti con la sua coscienza: Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Papa Borgia.
"Ne vengono anche citati altri che girano, Keats e Shelley, perche’ nella tradizione si dice ancora che in certi luoghi, silenzio permettendo, li puoi vedere passare", aggiunge il regista.
Il fantasma di Beatrice Cenci e’ interpretato dalla giovane Denise Tantucci:
"Nel mio immaginario Beatrice Cenci era decisamente piu’ seria e triste come personaggio, perche’ la sua storia purtroppo e’ cosi’, poi quello che si sa di lei e’ soltanto la sua morte, quindi non avevamo molte informazioni, invece con Edoardo Falcone abbiamo trovato una chiave piu’ brillante e giovanile".
Per Giuseppe Battiston, che interpreta Papa Borgia e’ una commedia che fa ridere ma allo stesso tempo riflettere:
"Insegna come, allora come adesso, questa smania di apparire ed essere altro rispetto a quello che si e’ puo’ essere a vari livelli e in varie modalita’ alquanto deleteria".