Roma, 14 set. (askanews) – Porta la firma di Leonardo-Finmeccanica molta tecnologia presente in Gaia, la missione che ha l’obiettivo di realizzare la mappa tridimensionale della nostra galassia con una precisione senza precedenti e di cui oggi sono stati diffusi i primi dati.
E’ di Leonardo il sensore stellare A-STR (Autonomous Star Tracker) che permette il controllo di assetto del satellite con la massima accuratezza, una tecnologia dalla comprovata efficacia nel campo del controllo autonomo dei telescopi spaziali, come dimostrato dal suo impiego nella missione Esa Herschel. Sempre Leonardo ha fornito i prismi necessari al telescopio di Gaia, che ha richiesto la progettazione di ottiche di forma sferica di grandi dimensioni. Questi prismi in quarzo purissimo sono utilizzati nello strumento BRPP (Blue and Red Photometer Prism) per la misurazione del colore dei corpi celesti, consentendone la catalogazione e la valutazione di composizione chimica ed età.
Altro importante contributo alla missione è la PCDU (Power Conditioning and Distribution Unit), ovvero l’unità per la regolazione e la distribuzione della potenza del satellite. Gaia poi viene protetta dal calore del sole grazie ai PVA (Photo Voltaic Assembly) di Leonardo, una dozzina di pannelli dispiegabili fino ad una estensione di 10 metri di diametro che hanno il compito di mantenere il telescopio a una temperatura stabile al di sotto dei meno 100 gradi centigradi producendo nello stesso tempo la potenza necessaria per il funzionamento della satellite. Infine il sottosistema di micropropulsione ad azoto CG MPS (Cold Gas Micro Propulsion Subsystem) viene utilizzato per il controllo dei movimenti del satellite durante le fasi di mappatura stellare e per compensare i disturbi indotti dalla radiazione solare: ha debuttato su Gaia ed è ora in uso su altre missioni come Lisa e Microscope.
Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) ha progettato e sviluppato per la missione il trasponditore in banda X e il modulo di interconnessione del satellite così come l’Unità Distribution Clock (CDU). Il trasponditore in banda X è una componente fondamentale sviluppata da Thales Alenia Space, in grado di ricevere i comandi spediti al satellite dalla stazione di controllo della missione e trasmettere a Terra le telemetrie del satellite, inclusi i dati scientifici. Thales Alenia Space ha inoltre partecipato allo sviluppo dei moduli d’interconnessione che interfacciano tra di loro presenti sul piano focale del satellite.
Un ruolo importante per la missione è svolto inoltre dal Data Processing Center Italiano (DPCT) finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e realizzato a Torino presso il centro ALTEC (joint venture tra Thales Alenia Space Italia al 63,75% e Asi al 36,25%), parte del segmento di terra della missione, presso il quale viene archiviata e gestita l’enorme mole di dati raccolti dal satellite Gaia durante la vita operativa, a cui si aggiunge il lavoro del centro ASDC dell’Asi per la gestione e l’analisi dei dati scientifici.
E un contributo alla missione arriva anche da Telespazio (joint venture tra Leonardo e Thales) con la controllata Telespazio VEGA Deutschland che ha sviluppato i sistemi di controllo e di pianificazione della missione e fa parte dei team di controllo e delle dinamiche di volo. Inoltre, Telespazio France ha contribuito al pieno successo dell’avvio della missione supportando le operazioni di lancio e fornendo servizi di telecomunicazioni, radar e telemetria.