Mosca avrebbe solo il 45% di Kalibr. L’industria punta sullo sviluppo del Sarmat
Roma, 12 ott. (askanews) – Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha lanciato circa 4.000 missili sul territorio dell’Ucraina, riducendo le proprie scorte in taluni casi fin quasi all’esaurimento. Nella prima fase del conflitto, la Federazione russa ha utilizzato principalmente missili marittimi di tipo Kalibr e missili complessi Iskander, due dei suoi sistemi d’arma preferiti che adesso pero’, a quasi sette mesi dall’inizio dell’invasione, si sono ridotti ai minimi termini.
Ad oggi, secondo alcune fonti di intelligence, Mosca avrebbe a disposizione al massimo il 45% dei suoi missili Kalibr e non piu’ del 20% dei suoi missili balistici a corto raggio 9K720 Iskander-M. Piu’ raro, in questi mesi, e’ stato il ricorso al missile Kh-101, mentre piu’ volte e’ stato annunciato l’uso del suo ultimo sviluppo, il Kh-47 Dagger.
In totale, a inizio guerra, la Federazione Russa aveva quasi 7.000 missili a medio e corto raggio (fino a 5.500 km), e quasi la meta’ di questi erano appartenenti al gruppo X-22, X-55, “Point-U” a bassa precisione.
Molti esperti concordano sul fatto che e’ molto difficile stabilire con esattezza il numero dei missili in dotazione alle forze armate di Vladimir Putin. Ma di certo, gli analisti militari occidentali ritengono che gli attacchi compiuti fino ad oggi hanno avuto un costo sbalorditivo per Mosca, hanno esaurito la fornitura di missili a lungo raggio e non sono riusciti a cambiare il corso di una guerra che starebbe andando nella direzione opposta prevista dalla leadership politico-militare della Federazione russa. Nella vasta campagna missilistica di lunedi’ scorso contro Kiev e le principali citta’ dell’Ucraina, ad esempio, le forze armate russe hanno lanciato 83 missili da crociera, 43 dei quali sarebbero stati abbattuti, secondo la versione fornita dallo Stato Maggiore ucraino. Si stima che ogni missile da crociera Kalibr costi piu’ di 6,5 milioni di dollari, il che significa che solo nella giornata di lunedi’ Mosca ha lanciato missili per un valore di circa mezzo miliardo di dollari.
L’esaurimento graduale delle scorte di Kalibr e Iskander sarebbe confermato, secondo analisti e fonti di intelligence, dal ricorso sempre piu’ frequente nelle ultime settimane ad armamenti piu’ nuovi e costosi. E’ il caso dei missili antinave P-800 “Onyx”, che costano piu’ di 1 milione di dollari per unita’. Oltre ad essere costosi, questi missili sono progettati anche per scopi completamente diversi. Il loro uso contro obiettivi a terra dimostrerebbe, secondo gli esperti, che la Federazione Russa non dispone piu’ di molti missili piu’ economici con la necessaria precisione. Oppure che Mosca non ha tempo e modo di consegnare i Kalibr alle flotte del Mar Nero e del Caspio, dalle quali potrebbero essere lanciati per raggiungere il territorio dell’Ucraina.
Per ovviare a queste carenze, l’industria missilistica russa sta lavorando a pieno regime, nel tentativo di trovare armi nuove ed efficaci, magari a costi ridotti. Le forze missilistiche strategiche russe stanno aggiornando a questo scopo i silos di missili balistici intercontinentali (ICBM) in modo da ricevere un nuovo missile balistico intercontinentale noto come Sarmat (RS-SS-X-29). Il Sarmat dovrebbe sostituire 40 missili balistici intercontinentali RS-20 (RS-SS-18 Satan Mod 5/6) considerati obsoleti, schierati con la 62esima divisione missilistica a Uzhur e con la 13esima divisione missilistica vicino a Dombarovsky. Sarmat dovrebbe anche essere il veicolo di lancio di Avangard, un autocarro con armi nucleari che e’ stato dispiegato nel 2019 e viene acquistato dalle forze missilistiche strategiche russe a un ritmo di due l’anno. (di Corrado Accaputo)
Per Russia missili in esaurimento: le scorte di Iskander ridotte al 20%
Roma, 12 ott. (askanews) – Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha lanciato circa 4.000 missili sul territorio dell’Ucraina, riducendo le proprie scorte in taluni casi fin quasi all’esaurimento. Nella prima fase del conflitto, la Federazione russa ha utilizzato principalmente missili marittimi di tipo Kalibr e missili complessi Iskander, due dei suoi sistemi d’arma preferiti che adesso pero’, a quasi sette mesi dall’inizio dell’invasione, si sono ridotti ai minimi termini.
Ad oggi, secondo alcune fonti di intelligence, Mosca avrebbe a disposizione al massimo il 45% dei suoi missili Kalibr e non piu’ del 20% dei suoi missili balistici a corto raggio 9K720 Iskander-M. Piu’ raro, in questi mesi, e’ stato il ricorso al missile Kh-101, mentre piu’ volte e’ stato annunciato l’uso del suo ultimo sviluppo, il Kh-47 Dagger.
In totale, a inizio guerra, la Federazione Russa aveva quasi 7.000 missili a medio e corto raggio (fino a 5.500 km), e quasi la meta’ di questi erano appartenenti al gruppo X-22, X-55, “Point-U” a bassa precisione.
Molti esperti concordano sul fatto che e’ molto difficile stabilire con esattezza il numero dei missili in dotazione alle forze armate di Vladimir Putin. Ma di certo, gli analisti militari occidentali ritengono che gli attacchi compiuti fino ad oggi hanno avuto un costo sbalorditivo per Mosca, hanno esaurito la fornitura di missili a lungo raggio e non sono riusciti a cambiare il corso di una guerra che starebbe andando nella direzione opposta prevista dalla leadership politico-militare della Federazione russa. Nella vasta campagna missilistica di lunedi’ scorso contro Kiev e le principali citta’ dell’Ucraina, ad esempio, le forze armate russe hanno lanciato 83 missili da crociera, 43 dei quali sarebbero stati abbattuti, secondo la versione fornita dallo Stato Maggiore ucraino. Si stima che ogni missile da crociera Kalibr costi piu’ di 6,5 milioni di dollari, il che significa che solo nella giornata di lunedi’ Mosca ha lanciato missili per un valore di circa mezzo miliardo di dollari.
L’esaurimento graduale delle scorte di Kalibr e Iskander sarebbe confermato, secondo analisti e fonti di intelligence, dal ricorso sempre piu’ frequente nelle ultime settimane ad armamenti piu’ nuovi e costosi. E’ il caso dei missili antinave P-800 “Onyx”, che costano piu’ di 1 milione di dollari per unita’. Oltre ad essere costosi, questi missili sono progettati anche per scopi completamente diversi. Il loro uso contro obiettivi a terra dimostrerebbe, secondo gli esperti, che la Federazione Russa non dispone piu’ di molti missili piu’ economici con la necessaria precisione. Oppure che Mosca non ha tempo e modo di consegnare i Kalibr alle flotte del Mar Nero e del Caspio, dalle quali potrebbero essere lanciati per raggiungere il territorio dell’Ucraina.
Per ovviare a queste carenze, l’industria missilistica russa sta lavorando a pieno regime, nel tentativo di trovare armi nuove ed efficaci, magari a costi ridotti. Le forze missilistiche strategiche russe stanno aggiornando a questo scopo i silos di missili balistici intercontinentali (ICBM) in modo da ricevere un nuovo missile balistico intercontinentale noto come Sarmat (RS-SS-X-29). Il Sarmat dovrebbe sostituire 40 missili balistici intercontinentali RS-20 (RS-SS-18 Satan Mod 5/6) considerati obsoleti, schierati con la 62esima divisione missilistica a Uzhur e con la 13esima divisione missilistica vicino a Dombarovsky. Sarmat dovrebbe anche essere il veicolo di lancio di Avangard, un autocarro con armi nucleari che e’ stato dispiegato nel 2019 e viene acquistato dalle forze missilistiche strategiche russe a un ritmo di due l’anno. (di Corrado Accaputo)