Roma, 5 ott. (askanews) – “Il 36 per cento degli elettori non e’ andato a votare: un ceto politico riflessivo si dovrebbe fermare a parlare di questo” e “la sinistra deve affrontare una sfida inedita”: lo afferma Walter Veltroni, fondatore del Pd, in una intervista alla Stampa nella quale sostiene che non sara’ il cambio del nome a salvare il Pd ne’ “la testa di un segretario” e che “l’opposizione non e’ una gogna, dall’opposizione si possono cambiare i Paesi, aspirare a governare”. E chiaramente il Pd non si deve sciogliere.
“Assistiamo al paradosso per cui chi ha dimezzato i voti esulta, e un partito che ha quasi il 20 per cento discute se sciogliersi… Il Pd piu’ che una sconfitta elettorale ha subito una sconfitta politica, rischia molto se non coltiva la sua identita’ e se non cambia profondamente”, osserva Veltroni. Qual e’ la sua identita’? “Torniamo alle radici – dice -. Nel 2007 cercammo di dire che il Pd non era l’alfa privativo, quello che era rimasto dopo la fine dei partiti del ‘900, ma una bellissima identita’ propria, il soggetto che coniugava, senza la costrizione delle ideologie, la radicalita’ del riformismo con la pienezza delle liberta’. Non doveva essere un indistinto affetto da moderatismo ne’ una sinistra minoritaria alla disperata ricerca di alleanze”.
“In 14 anni il Pd ha perso circa sette milioni di voti: la prima cosa da fare non e’ allearsi con Conte o Calenda, ma riallearsi con quei sette milioni di elettori”, rilancia. Piu’ facile a dirsi che a farsi, non trova? “Non sara’ risolutiva l’ennesima testa di segretario che rotola, ma la capacita’ di ritrovare quella doppia dimensione, concretezza sociale e idealita’, che ha costituito il meglio della storia della sinistra. Le persone si convocano sempre attorno a un sogno, non a una paura”, chiosa Veltroni.
“Sento chi dice di cambiare nome al Pd: e’ come se stai male e per reazione alla malattia, anziche’ curarti cambi nome”, osserva l’ex segretario del Pd.
“La sinistra riformista deve togliersi dalla testa l’idea di essere superiore, che chi la pensa diversamente, a destra o piu’ a sinistra, e’ un incolto o un’anomalia. Serve recuperare umilta’ intellettuale, e sentirsi una parte, non il tutto. Vogliamo dire la verita’? E’ stato giusto difendere la premier finlandese Sanna Marin quando e’ stata criticata dopo le foto di una festa, ma immagino cosa si sarebbe detto a sinistra se fosse successo a Giorgia Meloni”, conclude Veltroni.