Roma, 4 ott. (askanews) – Nuovo balzo da record dei prezzi alla produzione nell’area euro. Ad agosto sono aumentati del 5% rispetto al mese precedente, dopo il piu’ 4% segnato a luglio e in questo modo hanno raggiunto un tasso di crescita su base annua del 43,3%, a fronte del piu’ 38% annuo segnato a luglio. Lo riporta Eurostat, secondo cui sulla voce energia i prezzi alla produzione hanno raggiunto il piu’ 116,8% su base annua, dal piu’ 97,6% di luglio, con un aumento del 11,8% in un solo mese.
A riprova del fatto che i rincari attuali sono in ampia misura determinati dalle pressioni sul lato dell’energia, i rincari sui beni di consumo durevoli ad agosto si sono limitati al 9,8% su base annua, a fronte del piu’ 43,3% dell’indice generale. Sui beni di consumo durevoli hanno raggiunto il piu’ 14,4%, prosegue Eurostat, mentre sui beni di investimento sono rimasti stabili al 7,8%. Sui beni intermedi hanno perfino mostrato una attenuazione al piu’ 19,9%.
Il dato generale non puo’ che aggiungere pressioni sulla Bce, che gia’ si erano ricreate dopo i risultati preliminari sull’inflazione dei prezzi al consumo, che a settembre ha raggiunto un nuovo massimo storico al 10% nell’eurozona.
L’istituzione monetaria sta reagendo a queste dinamiche alzando i tassi di interesse di riferimento: li ha aumentati di 50 punti base (0,50 punti percentuali) a luglio e di altri 75 punti base a settembre, portandoli all’attuale 1,25%. Gia’ dopo il dato sull’inflazione generale erano circolate ipotesi da parte di analisti di un nuovo aumento da 75 punti base nella riunione del Consiglio direttivo il 27 ottobre.
Tuttavia l’istituzione ha piu’ volte avvertito che le future decisioni sui tassi verranno prese volta per volta sulla base dello sviluppo dei dati. E in un recente intervento il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che siede nel Consiglio Bce, ha messo in guardia dalla possibilita’ che una manovra troppo rapida o eccessiva in termini di rialzo dei tassi possa aumentare i rischi di recessione economica.