Roma, 4 ott. (askanews) – All’Acquario di Livorno si studia il futuro del mare dell’Arcipelago Toscano. In speciali vasche – chiamate mesocosmi – i ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Universita’ di Pisa stanno conducendo degli esperimenti per capire l’impatto del cambiamento climatico sul Mediterraneo. Qui gli studiosi simulano particolari condizioni quali le ondate di calore, il riscaldamento e l’acidificazione dei mari con l’obiettivo di valutarne gli effetti sulle praterie di Posidonia oceanica, una pianta fondamentale per la salute degli ecosistemi marini. La sperimentazione rientra nel progetto europeo FutureMARES che venerdi’ 7 ottobre alle 15,30 sara’ presentato all’Acquario di Livorno (Piazza Mascagni 1).
“Il nostro obiettivo – spiega il professore Fabio Bulleri del Dipartimento di Biologia e responsabile di FutureMARES per l’Universita’ di Pisa – e’ di prevedere quali saranno i cambiamenti a carico di habitat chiave, come ad esempio le praterie di Posidonia oceanica e le foreste macroalgali sommerse. Allo stato attuale i dati storici e le ricerche sperimentali e sul campo ci suggeriscono infatti una progressiva colonizzazione di specie con maggiore affinita’ per acque calde”.
Insieme a Fabio Bulleri partecipano all’incontro di venerdi’ 7 ottobre Giovanni Raimondi, biologo marino dell’Acquario di Livorno, e per l’Universita’ di Pisa Damiano Remorini, Direttore Centro interdipartimentale per lo studio degli effetti del cambiamento climatico, Lisandro Benedetti-Cecchi, Prorettore alla Ricerca in ambito europeo ed internazionale e Chiara Ravaglioli, ricercatrice del Dipartimento di Biologia.
Il progetto FutureMARES, finanziato dell’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020, comprende trentadue partner in cinque macro-regioni del globo (Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Mediterraneo, NE Atlantico e Sud Pacifico) con lo scopo di individuare soluzioni “basate sulla natura” per conservare la biodiversita’ in scenari climatici futuri.
“I dati relativi alle isole dell’Arcipelago Toscano – conclude Bulleri – serviranno per determinare il rischio climatico per le principali specie marine cosi’ da fornire informazioni utili per implementare adeguate politiche gestionali e di conservazione”.