Roma, 28 set. (askanews) – Funzionari russi nelle regioni ucraine occupate dell’Ucraina hanno rivendicato il sostegno quasi unanime all’adesione alla Russia emerso dai contestati referendum che si sono chiusi ieri, denunciati come una farsa dal governo ucraino e dai suoi alleati. I referendum si sono svolti nelle regioni separatiste orientali di Donetsk e Luhansk, e nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia. In assenza di riconoscimento internazionale, il processo non e’ stato monitorato in modo indipendente.
Secondo i risultati comunicati, e diffusi dalle agenzie di stampa russe, a Donetsk e Luhansk fino al 99,23% delle persone ha votato a favore dell’adesione alla Russia. A Zaporizhzhia, la percentuali delle persone favorevoli all’adesione e’ stata del 93%, mentre a Kherson ha toccato l’87%.
Fino a quattro milioni di persone sono state invitate a votare in queste regioni dilaniate dalla guerra, circa il 15% del territorio dell’Ucraina.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di “violare brutalmente lo statuto delle Nazioni Unite” tentando di annettere territori presi con la forza. “Questa farsa nei territori occupati non puo’ nemmeno essere definita un’imitazione di referendum”, ha detto nella tarda serata di ieri. Il presidente ha aggiunto che si e’ trattato di “un tentativo molto cinico di costringere gli uomini nel territorio occupato dell’Ucraina ad arruolarsi nell’esercito russo per inviarli a combattere contro la propria patria!”.
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