Bologna, 26 set. (askanews) – L’Istituto Cattaneo aveva avvertito due mesi fa: l’Emilia-Romagna, la roccaforte “rossa” per eccellenza, e’ contendibile alle prossime elezioni politiche. E cosi’ e’ stato: a urne chiuse il “rosso” e’ rimasto nei seggi di Bologna centro dove Pier Ferdinando Casini ha avuto la meglio su Vittorio Sgarbi; ma quel colore ha cominciato a sbiadirsi in provincia e negli altri capoluoghi. All’uninominale per il Senato passa anche l’ex vicepresidente di Libera, Enza Rando, candidata con il Pd da indipendente, ma Parma, Ravenna e Rimini sono tutte di centrodestra con Elena Murelli, Alberto Balboni e Marta Farolfi. Alla Camera su 11 eletti all’uninominale 7 sono di centrodestra e solo 4 vanno al centrosinistra, tra loro anche l’ex sindaco di Bologna Virginio Merola e l’ex segretario dei Ds e gia’ parlamentare Andrea De Maria.
A Modena uno dei risultati piu’ eclatanti: con 95.475 preferenze, Daniela Dondi di Fratelli d’Italia e’ stata eletta deputato, battendo di oltre tremila preferenze Aboubakar Soumahoro, il sindacalista “paracadutato” dal Nazareno. Una vittoria a dir poco “storica” messa a segno da un partito che fino a pochi anni fa faticava a eleggere propri candidati in Regione. “Si’, possiamo dirlo, e’ stata una vittoria storica che dimostra come a Modena e in tanti altri territori ci sia bisogno di persone che abbiano credibilita’ e trasparenza. E’ il motivo del mio risultato a queste elezioni” commenta a caldo Dondi. Avvocato da 34 anni, per 20 anni impegnata nella politica forense, un’esperienza che ha favorito la sua carriera politica-partitica: “l’attivita’ forense mi ha permesso di conoscere bene la politica – continua -.
Ho sempre desiderato fare politica perche’ vedevo Modena e la nostra Italia cadere negli abissi. Ma io ho sempre pensato che per potersi lamentare uno deve provare a fare qualcosa, cosi’ ho fatto. Poi Fratelli d’Italia a livello provinciale ha creduto in me candidandomi gia’ alle regionali”. Il resto e’ una campagna elettorale fatta comune per comune, dalla bassa all’Appennino, proprio dove il centrosinistra ha raccolto i peggiori risultati di sempre.
Dal Pd ancora bocche cucite. Stefano Bonaccini freddissimo man mano che nella notte arrivano i risultati dai seggi: “L’affermazione della destra e’ chiara. Complimenti a Giorgia Meloni”. Ma quello che “brucia” piu’ di tutto e’ l'”occupazione” che la destra ha portato a termine nei territori da sempre considerati “dominio” della sinistra. Il 25 settembre, dopo settant’anni, la musica e’ cambiata: “Io non cercherei giustificazioni dall’esterno – continua Dondi -. E’ vero, in queste elezioni la crisi economica avra’ influito. Ma tutti quelli che ho incontrato in questi giorni di campagna elettorale, da qualunque provenienza politica, mi hanno manifestatato la grande voglia di cambiamento e la stanchezza del passato. Credo che la credibilita’ di Fratelli d’Italia conquistata negli anni abbia fatto il resto. Il nostro e’ un partito nato nove anni fa, con una percentuale bassissima. Nel 2018 i risultati non erano certamente quelli di oggi. Ci siamo rimboccati le maniche, lavorato sodo, tenendo conto che non possiamo contare su strutture come quelle che il Pd ha sul territorio, dalle Feste dell’Unita’ alle sezioni”.
Oggi si festeggia, poi “tempo di riprenderci dalla sbornia di queste ore” al lavoro gia’ sul territorio: “da domani – conclude Dondi – siamo pronti a riorganizzarci e a guardare alle prossime scadenze del 2024” quando a Modena si dovra’ eleggere il nuovo sindaco.