Milano, 24 set. (askanews) – Una rivoluzione che passa (anche) attraverso gli abiti. Inventando anche l’abito giusto, se ancora non c’e’. Parte da qui il progetto di Giulia Bartoccioni, 34 anni, imprenditrice romana, fondatrice e anima del brand di moda inclusiva Iulia Barton che venerdi’ 23 settembre, con un evento in streaming in contemporanea con la Milano Fashion Week, ha presentato la sua prima collezione.
Una linea – il video del lancio e’ disponibile sui canali social – che non ha precedenti nel panorama del made in Italy perche’ ribalta il concetto di inclusivita’ mettendo al centro non il design ma il corpo, in nome di una vestibilita’ realmente universale che aspira a riscrivere il rapporto tra moda e disabilita’. Il risultato – spiega il comunicato – sono 20 look adattivi, ma anche no gender, no season e sostenibili, pensati per persone con corpi non conformi ma indossabili da chiunque e in qualsiasi periodo dell’anno.
“Quando una persona disabile passa davanti a una vetrina, in genere pensa: quest’abito non fa per me. E non ha torto. Perche’ la moda tradizionale resta un mondo poco accessibile per chi ha corpi non conformi”, ha spiegato Giulia Bartoccioni, “L’ho visto organizzando sfilate di moda inclusiva per raccogliere fondi da destinare alla ricerca e far parlare di diversita’ in un contesto tradizionalmente molto chiuso. Portavamo in passerella modelli e modelle con disabilita’ e li facevamo sfilare con i look che ci davano i brand tradizionali. Ma erano abiti disegnati per corpi senza problemi, e farli indossare a chi era in carrozzina o magari aveva una protesi era complicato. Li’ ho capito che bisognava cambiare prospettiva: serviva una collezione dedicata che fosse facile da portare ma che allo stesso tempo demolisse l’idea della disabilita’ come qualcosa di poco compatibile con il glamour.
Il risultato – prosegue la nota – sono dieci pezzi in pieno stile urban, tutti intercambiabili, che si possono mescolare tra loro per comporre look diversi, giocando con il colore per togliere quella patina di tristezza che ingiustamente si associa alla disabilita’. La collezione e’ firmata da Diego Salerno (Head designer Iulia Barton ed HR consultant specialist design department Max Mara Fashion Group), ed e’ frutto di un delicato gioco di incastri. Perche’ ogni disabilita’ ha bisogni differenti ma, in un’ottica di inclusione vera e non solo di facciata, lo stesso abito deve poter essere indossato con facilita’ e soddisfazione da chiunque. Riuscirci e’ stato un complesso lavoro di raccolta dati che ha visto il coinvolgimento di oltre cinquanta persone con bisogni differenti.