Roma, 15 giu. (askanews) – “L’Università deve sviluppare capacità e non nozioni. Dobbiamo convincere i politici, il governo che questo bagaglio di conoscenza, talenti, creatività e innovazione muove l’economia del Paese”. Ha esordito così Giuseppe Novelli, Rettore dell’università di Roma Tor Vergata e vicepresidente del CRUI, aprendo i lavori del convegno “Terza Missione e Trasferimento Tecnologico: il ruolo del Cnr e dell’Università”, organizzato dall’ente di ricerca e dal secondo ateneo romano, in svolgimento presso la Sala convegni della Macroarea di Ingegneria di Tor Vergata. Presenti il presidente del Cnr Massimo Inguscio, i rettori delle università laziali, l’assessore allo Sviluppo economico e Attività produttive della regione Lazio Guido Fabiani, rappresentanti di Miur e Confindustria.
“Diversi studi – ha detto ancora Novelli – dimostrano che esiste un rapporto diretto tra Pil e numero di citazioni delle pubblicazioni scientifiche”. La laurea è un valore aggiunto per l’economia, esiste un rapporto diretto tra ricchezza di un Paese e numero di laureati. La Terza Missione delle Università – dopo insegnamento e ricerca – è proprio entrare in interazione diretta con la società, anche – ma non solo – con il trasferimento tecnologico. “Il tessuto industriale italiano è straordinario, fatto da moltissime Pmi che devono innovare per non rimanere fuori dal mercato – ha detto Novelli – e per farlo devono investire in Ricerca e Sviluppo, servono risorse e tempo. Allora perché non aprire i dipartimenti delle università, con il loro portafoglio di competenze, di cose che sappiamo fare da sempre cioè innovare un prodotto che sia competitivo per reimmetterlo sul mercato? A quel punto si dividono le royalties, non vogliamo finanziamenti per borse di studio. Bisogna però avere idee nuove da portare all’interno delle università, questo è l’impegno della Terza Missione”.
Quindi ha preso la parola il presidente del Cnr Massimo Inguscio, che – ha sottolineato Novelli – “si presenta all’accademia. Lo ha fatto in Lombardia, alla Bicocca; al Sud a Catania e oggi a Roma”. Questo presentarsi all’accademia, ha spiegato Inguscio, punta a dare un messaggio fondamentale: “Occorre tornare a una intersecazione pesantissima tra Cnr e università”. Una missione a cui ben si presta l’Ente forte della sua multidisciplinarietà.
“Ormai – ha detto il presidente del Cnr – la ricerca di eccellenza si fa, ora in Europa si guarda all’innovazione di eccellenza”. Ce n’è ancora troppo poca e serve un quadro normativo che “è questione delicata” perché poi si apre il problema degli aiuti di Stato. Durante il semestre di presidenza italiana il governo ha lavorato molto alla creazione di un European Innovation Council, l’analogo dell’Erc per la ricerca. Ricerca, per la quale in Italia, – ha aggiunto Inguscio – “serve una strategia”. “A chi mi chiede cosa penso del Piano nazionale della ricerca rispondo che è un Piano. E questo è già una prima cosa positiva”. Dopo aver annunciato la decisione assunta dal cda dell’ente di bandire 82 posti da ricercatore e aver ricordato la multidisciplinarietà che contraddistingue l’attività del Cnr, l’ampia collaborazione con le università, Inguscio si è soffermato sull’intenzione di rafforzare anche i legami con il mondo delle imprese, ad esempio attraverso l’elaborazione di progetti pilota di “dottorati industriali” in collaborazione con CRUI e Confindustria.