askanews" /> askanews" /> Ucraina, scrittore russo: Guerra finira' quando Putin avra' Donbass – askanews.it

Ucraina, scrittore russo: Guerra finira' quando Putin avra' Donbass

Rimini, 24 ago. (askanews) – Parla a tutto campo della situazione in Russia dopo il 24 febbraio, della libertà – inesistente – di informazione e di stampa, delle ragioni che hanno portato il presidente Vladimir Putin a invadere l’Ucraina. Non utilizza mai la parola guerra, ‘perchè la legge non lo consente’, ma il suo messaggio è chiaro: ‘La situazione in Russia è di grande immobilismo’. Aleksandr Archangel’skij è uno scrittore e giornalista russo. Non è più conduttore tv da quando ha firmato una lettera in cui si chiedeva l’abolizione del prolungamento senza fine dei mandati a Putin. È arrivato al Meeting di Rimini per raccontare come vive il suo paese, la Russia, dopo il 24 febbraio. Preferisce non parlare di Putin, ma lo definisce ‘molto più intelligente di quanto si pensi, freddo e calcolatore’. Per la fine della guerra? ‘A Putin basterebbe il Donbass’ ma l’Ucraina ‘non vuole cedere’.

Come viene vissuta in Russia la guerra in Ucraina? ‘Il Paese è grande e molto diversificato, non esiste un pensiero unico in Russia, fattore sia positivo che negativo. La maggior parte dei russi sostiene le operazioni militari. Un quarto, forse anche un terzo della popolazione è contrario. Questi sono i numeri. Ma preferirei parlare della gente. Tra i fautori della campagna militare non tutti hanno la medesima posizione: c’è infatti chi si sforza interiormente di convincersi che sia stato giusto, che la Patria viene prima di ogni cosa. Certamente io non capisco perché sia giusto appoggiare questa operazione. Tra i contrari non tutti disapprovano per motivi ideali. A qualcuno non piace come si sta muovendo l’esercito, come sta andando avanti la campagna militare e che ‘successo’ sta riportando. Uno tra i più duri critici della campagna in Ucraina è il generale Strelkov che nel 2014 aveva cominciato le operazioni a Lugansk e Donetsk. Non è un liberale, probabilmente mi impiccherebbe volentieri ma critica la campagna in Ucraina perché da un punto di vista di strategia militare le cose non vanno bene. Chi credeva che le sanzioni avrebbero fatto mutare l’atteggiamento russo si è dovuto ricredere e chi sperava che questa operazione avrebbe suscitato un’euforia nel Paese così come accadde con l’ammissione della Crimea si è sbagliato. Io parlerei della situazione della Russia oggi come un grande immobilismo’.


Cosa pensa di questa guerra e di Putin? ‘Prima di tutto cerco di non pensare a Putin. E poi, seguendo le leggi russe, non uso la parola guerra Come quando nel Vangelo Gesù dice ‘date a Cesare quel che è di Cesare’… La vita è una prova, non soltanto adesso’.