Roma, 15 gen. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è stato arrestato per essere interrogato, secondo l’agenzia anticorruzione del paese, nell’ultimo capitolo di una saga politica lunga settimane iniziata con il decreto di legge marziale shock che il capo dello Stato ha provato a imporre, senza esito, il mese scorso.
Yoon ha lasciato il suo complesso residenziale con gli investigatori in un corteo di auto nella mattinata locale ed è stato preso in custodia per essere interrogato. Il presidente è stato assediato nella sua residenza fortificata per settimane, circondato dal suo team del servizio di sicurezza presidenziale, ed ha evitato l’arresto per giorni, affrontando diverse indagini e un processo di impeachment.
Il Corruption Investigation Office (CIO), che sta lavorando con la polizia e il ministero della difesa per indagare su Yoon, ha tentato per la prima volta di arrestarlo all’inizio di questo mese, ma non ci è riuscito dopo una resa dei conti durata ore in cui soldati e membri della sicurezza presidenziale hanno impedito a circa 80 poliziotti e investigatori di avvicinarsi al complesso presidenziale. Dopo il suo arresto, Yoon ha rilasciato un videomessaggio preregistrato in cui ha nuovamente liquidato le indagini su di lui come “illegali” e ha affermato che “in questo paese lo stato di diritto è completamente crollato”.
“Come presidente che deve proteggere la costituzione e il sistema legale della Repubblica di Corea, rispondere a queste procedure illegali e invalide non è un riconoscimento delle stesse, ma riflette la speranza di prevenire uno sgradevole spargimento di sangue”, ha affermato.
Il mandato consente agli investigatori di trattenere Yoon fino a 48 ore. Il CIO dovrà richiedere un mandato di arresto entro tale periodo per trattenerlo ulteriormente.
Gruppi di sostenitori e oppositori, arrivati in autobus, si sono radunati nelle strade attorno al complesso di Yoon, nonostante le temperature sotto lo zero. Alcuni dimostranti hanno urlato in coro “dimissioni”, “il tuo tempo è scaduto” e “assumiamoci la responsabilità”, mentre i sostenitori del presidente hanno risposto con “impeachment non valido”, “liberate la ROK, evviva!” e “abbiamo vinto!”.