Roma, 10 gen. (askanews) – La carica del Sud. Secondo recenti dati, in Italia le iniziative relative alla realizzazione di comunità energetiche (CER) sono oltre 160, ma di queste solo 46 sono attualmente attive e molte sono nate o stanno nascendo nelle Regioni meridionali, grazie a un modello operativo che fornisce gli strumenti adeguati a interventi spesso complessi: “Stiamo per dare vita – spiega in una nota l’ingegnere Cataldo Romeo, Presidente di Fotovoltaica Srl, l’azienda che, da oltre 40 anni opera nel settore delle energie rinnovabili- a uno Statuto unico dal quale partire per agevolare la costituzione di diverse comunità energetiche; questo strumento trasformerà tante comunità locali, spesso piccole o piccolissime, in una grande comunità diffusa a vocazione sostenibile. Un progetto innovativo che rende il Meridione luogo di innovazione e di sperimentazione per l’intero Paese: vogliamo, così come accadde con Amendolara, una delle prime comunità energetiche nate sul territorio nazionale, essere fonte di ispirazione per tutti quei Comuni che volessero dare una svolta nella produzione di energia pulita”.
Piccoli Comuni come Auletta, Mandatoriccio, Campana, Bocchigliero, Pietrapaola, Celico, Paterno Calabro, Calopezzati, ma anche grandi Centri urbani come Vibo Valentia e Rende: sono ormai tante le amministrazioni che hanno deciso di sposare una causa che, di fatto, offre importanti benefici: “Dobbiamo ragionare in altri termini -afferma Romeo – dobbiamo immaginare un mondo che utilizzi le risorse naturali per illuminare strade, case, negozi e uffici. Dobbiamo essere cioè autosufficienti ed esserlo senza più inquinare. Le esperienze avute finora ci confermano che questo è possibile. Le comunità energetiche realizzate ci dimostrano insomma che quella è la strada giusta, con la soddisfazione dei cittadini che, inizialmente perplessi, si accorgono poi del risparmio in bolletta e di un netto miglioramento della qualità della vita e, questo perché, una comunità energetica diventa inevitabilmente una comunità sociale”.
Le risorse del PNRR e poi la possibilità di avere contributi a fondo perduto fino al 40% ne stanno favorendo la nascita: “Ma si tratta – sottolinea Romeo – di un percorso lungo e tortuoso sia da un punto di vista amministrativo che tecnico. Ed è per questo che abbiamo intenzione, nei prossimi giorni, di dare vita a uno Statuto unico che possa rendere il tutto decisamente più agevole. Il resto lo fa l’esperienza maturata in oltre 40 anni di lavoro, consapevoli che il successo di queste iniziative passa innanzitutto dalla capacità di far comprendere quanto sia importante agire in questo modo, quanto sia importante cioè spiegare prima ai Sindaci e poi, con il loro aiuto, alla popolazione che una svolta green, oggi agevolata economicamente, porti notevoli risparmi. Ma poi serve la testimonianza di chi, proponendo, crede in progetti di questo tipo e, in tal senso, siamo convinti che gli investimenti da noi sostenuti abbiano questa finalità”.
Impianti da un Giga per produrre energia in sedici Comuni meridionali: “Ogni impianto – ricorda Romeo – ha un costo di circa un milione di euro e, facendo una semplice moltiplicazione, l’investimento fatto supera i 16 milioni. Una cifra importante che tuttavia ha ricadute significative sul territorio e garantisce un effetto domino assolutamente positivo. Il nostro obiettivo è di essere la miccia per una vera e propria rivoluzione culturale che porti il Sud a essere leader in un settore, quello delle energie rinnovabili, espressione di progresso e sostenibilità ambientale. Crediamo nel progetto e vogliamo contribuire a interpretarne il cambiamento. Convinti che il territorio, quello meridionale in particolare, sia in grado di offrire una risposta adeguata”.