Roma, 23 dic. (askanews) – Le scelte alimentari hanno un ruolo determinante per la salute delle persone, la tutela degli ecosistemi ambientali e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Questo il messaggio lanciato dalla tappa milanese della settima edizione della Festa del BIO, che ha sottolineato il valore del biologico come elemento chiave per costruire un futuro sostenibile; un modello virtuoso, essenziale per preservare le risorse naturali a beneficio delle generazioni future. Tra le richieste principali, quella di rivedere l’IVA per agevolare i consumi.
Durante la giornata di confronto tra esperti, ricercatori, nutrizionisti e agricoltori sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione, è emerso con chiarezza il ruolo fondamentale della transizione agroecologica, di cui il biologico e il biodinamico rappresentano le punte di eccellenza. Alla Festa del BIO è stata sottolineata l’importanza dell’educazione alimentare per promuovere scelte più consapevoli, incentivando il consumo di cibi di prossimità, la riduzione della carne e il contrasto agli sprechi alimentari.
“La rapida evoluzione della crisi climatica conferma la necessità e l’urgenza di un cambiamento radicale nel modello di agricoltura e nelle scelte alimentari – ha evidenziato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – Secondo i dati presentati recentemente da Nomisma, molte delle produzioni del nostro Paese hanno subito cali produttivi che superano in diversi casi anche il 30%, soprattutto al centro e al sud, a causa della crisi climatica. Non abbiamo più tempo. Per tutelare le nostre produzioni agricole occorre agire subito e accelerare la transizione verso l’agroecologia per centrare ancora più rapidamente gli obiettivi del Green Deal, che puntano a raggiungere il 25% di superficie coltivata a biologico in EU entro il 2030”.
“Per cambiare il modello di produzione è indispensabile, però, modificare anche il modo di consumare – ha proseguito – per questo riteniamo fondamentale sensibilizzare i cittadini e far comprendere che quando scegliamo un cibo scegliamo anche il metodo con cui viene coltivato. Puntare al prezzo più basso comporta una compromissione dei diritti dei lavoratori, la riduzione del reddito degli agricoltori aprendo di fatto al lavoro nero. La sostenibilità ambientale non è in contrasto con quella economica e sociale, al contrario tutto rientra in un processo coerente e integrato”.
“L’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole è per noi fondamentale – ha ricordato Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia – È urgente cambiare modello e riconoscere il valore di un’agricoltura integrata con gli ecosistemi: per noi la strada è il biologico e l’agroecologia. Per costruire un futuro più equo e sostenibile è estremamente importante sensibilizzare le nuove generazioni sul legame tra cibo, ambiente e giustizia sociale”.
“In Italia, le superfici agricole dedicate al biologico sono in crescita, sostenute da politiche che incentivano la transizione agroecologica, con risultati più evidenti nelle piccole e medie aziende – ha sottolineato Nicoletta Maffini, presidente AssoBio – Tuttavia, nelle grandi imprese, situate soprattutto in Piemonte, Lombardia e Veneto, l’agricoltura biologica non è ancora sufficientemente diffusa. Però, il punto principale riguarda i consumi: nel nostro Paese permane uno scetticismo legato ai controlli, che rende imprescindibile una comunicazione più chiara ed efficace sui benefici del biologico. L’agricoltura biologica rappresenta una risposta concreta che rispetta e rigenera i terreni, duramente sfruttati nei decenni precedenti dall’agricoltura intensiva, che ha causato gravi danni ambientali”.