Roma, 27 nov. (askanews) – Si è tenuta ieri, presso l’Hotel Nazionale (Piazza di Montecitorio 131, Roma), la presentazione della nuova ricerca “ESG, 20 anni di cambiamenti”, realizzata da Start Magazine e Istituto per la cultura dell’innovazione (ICINN), che analizza la traiettoria degli ESG in Italia, Europa e Stati Uniti.
“Quello che ci preme mettere in evidenza in questa ricerca è come cambierà l’approccio rispetto ai criteri ESG dei grandi fondi di investimento da parte degli Stati. Quello che ci chiediamo è se si può continuare ad attuare criteri così stringenti e però poco misurabili in alcuni settori, oppure se bisogna ripensare del tutto la vita di questi criteri a beneficio non soltanto di coloro che investono ma anche dei rendimenti per gli utenti finali”, ha affermato Michele Guerriero, direttore editoriale di Start Magazine.
La Finanza gioca un ruolo cruciale nel futuro dei principi Environmental, Social and Governance.
“Gli investimenti ESG oggi sono in crisi perché hanno un approccio non sincero rispetto all’obiettivo generale di trasformare il nostro modello di sviluppo verso la sostenibilità. La spinta verso la sostenibilità del mercato è arrivata dalla finanza, che deve assumersi il ruolo di modificare il paradigma del mercato introducendo le dimensioni ESG come primarie che competono allo stesso livello del profitto”, ha sottolineato l’on. Mauro Del Barba, membro della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati.
La sostenibilità ambientale è oggi il principio più sotto i riflettori, ma non bisogna trascurare gli altri aspetti. “La transizione ecologica non può essere rimandata”, ha sottolineato l’on. Chiara Gribaudo, aggiungendo che “l’attenzione nelle grandi aziende ai temi della sostenibilità e al welfare è cresciuta in questi anni ma serve un accompagnamento, anche perché siamo un Paese di PMI e dobbiamo favorire l’attenzione a queste tematiche, investendo in politiche adeguate”.
Nel corso della presentazione è stato dedicato ampio spazio all’approccio europeo in materia di sostenibilità “L’Europa tende a sovra regolamentare – ha detto l’on. Giulio Centemero, membro della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati -. Intanto l’America innova e la Cina copia. Investire in ESG significa puntare sulle filiere specifiche italiane, differenziarci rispetto ai competitor e creare crescita e sviluppo per il Paese”.
Nel nostro continente mancherebbero “le basi operative per far funzionare gli ESG. Come sempre quando si parla di economia, business e scelte di policy la risposta è: dobbiamo scegliere”. A dirlo il prof. Luca Brusati, docente della SDA Bocconi. “Sotto l’etichetta ESG se guardiamo agli standard di regolamentazione c’è una varietà infinita. Nel Green Deal c’è una quantità di regole impossibili da rispettare per il sistema economico europeo”, conclude.
Le conclusioni dei lavori sono state affidate al dott. G.B. Zorzoli, esperto di energia. “Per troppo tempo non si è stati sinceri sui costi della transizione energetica. Ma non agire costerà ancor di più”.
Hanno partecipato alla presentazione della ricerca anche l’on. Alessandro Giglio Vigna, Presidente della XIV Commissione (Politiche dell’Unione europea), Camera dei Deputati e l’on. Alberto Gusmeroli, Presidente della X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo), Camera dei Deputati.
Protagonisti della presentazione sono state le imprese e le associazioni. Hanno arricchito il dibattito con esperienze aziendali concrete: Simone Togni, presidente di ANEV, Luca Guglielmi, Public Relation Manager Axpo Italia, Stefania Colombo, Director Global Sustainability IGT, Marco Valentini, Group Public Affairs Director, Engineering, Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità Inwit e Michele Samoggia, Director External Affairs, Philip Morris Italia.