Tutto questo a volte sfocia in una aggressività e violenza omicida, perché manca una solida struttura emotiva per affrontare la rabbia ed i traumi irrisolti
Ed ecco che la violenza diventa lo strumento per esercitare il dominio sulla donna, come unico modello e strumento di controllo, sia fisico che psicologico, nella convinzione che la donna sia una proprietà dell’uomo: violenza fisica, che è una lotta impari tra i sessi, poiché l’uomo è per sua natura più forte della donna.
Inoltre, le dipendenze da alcool e droga, di cui oggi si fa un uso smodato, aggravano la morbosità e le dinamiche violente.
Servono nuovi modelli culturali, promuovere l’uguaglianza di genere, il rispetto reciproco, e sin da piccoli educare gli uomini a gestire le proprie emozioni, senza temere di essere giudicati fragili; insegnare ai giovani che l’emotività e la fragilità appartengono anche al genere maschile, e che il disagio, se represso, si trasforma in rabbia e violenza compulsiva; diffondere tra i giovani la consapevolezza delle proprie azioni e responsabilizzarli anche da bambini propri errori.
In ognuna che subisce violenza fisica e psicologica non c’è solo la vita di donna che va rispettata e tutelata, ma anche il ruolo di una futura madre che porta in sè il miracolo della vita che può donare. La violenza uccide la donna e compromette anche la possibilità di futuro della specie.