Roma, 25 nov. (askanews) – I timori sulla fase finale del processo disinflazionistico nell’eurozona sono effettivamente calati rispetto a un anno fa, ma al tempo stesso l’impegno per assicurare che resti stabilmente al 2% non è ancora finito. Persistono rischi sia al ribasso sia al rialzo e a dicembre la Bce dovrà valutare questi elementi, anche alla luce delle previsioni economiche aggiornate. Lo afferma il capo economista della Bce, Philip Lane, in un’intervista al quotidiano economico francese Les Echos.
Indirettamente l’economista irlandese sembra rispondere alle posizioni espresse la scorsa settimana dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che aveva parlato della necessità di riportare i tassi dell’eurozona alla neutralità, perché una linea monetaria restrittiva rischia di far calare l’inflazione sotto l’obiettivo del 2% della banca centrale.
Alla Bce, dice Lane “siamo stati chiari sul fatto che stiamo procedendo volta per volta” nella strategia del Consiglio direttivo, l’organismo decisionale a cui partecipano tutti i governatore delle banche centrali nazionali dell’eurozona. “Non abbiamo dato indicazioni prospettiche specifiche sul percorso dei tassi. A dicembre avremo nuove previsioni economiche dei tecnici. Considereremo come si stia sviluppando l’inflazione ma anche i rischi al rialzo e al ribasso”.
“Direi che durante il 2023 c’erano ancora preoccupazioni che sarebbe stato difficile tornare al 2% molto rapidamente dal picco del 10%. Penso che oggi probabilmente ci siano meno preoccupazioni rispetto a un anno fa”. Il processo di disinflazionistico nell’eurozona “è stato gestito ragionevolmente bene. Ma non è ancora finita – avverte Lane – perché dobbiamo vedere calare l’inflazione dei servizi”.
Lane guarda anche alle possibili implicazioni delle nuove politiche degli Stati Uniti con l’imminente arrivo dell’amministrazione Trump.
“Quello che è più importante per noi ora è assicurare l’inflazione al 2% su una base sostenibile – spiega il capo economista -. L’inflazione è vicino all’obiettivo al momento ma essenzialmente riflette una combinazione di cali dei prezzi dell’energia e di servizi che restano alti. Nel corso del prossimo anno dobbiamo vedere una sorta di ribilanciamento: un calo nell’inflazione dei servizi che ci consenta di raggiungere il target anche se c’è un po’ di pressione a rialzo sull’energia sugli alimentari e sui beni. Ci sta ancora un po’ di terreno da coprire per rendere questo aggiustamento più sostenibile”.
Più in generale, secondo Lane “fronteggiamo diverse incertezze, che sia agli Stati Uniti, le tensioni geopolitiche in Medioriente o la strategia industriale cinese. Alcune di queste potrebbero far calare l’inflazione ma dobbiamo anche essere consapevoli dei rischi al rialzo. Vedremo come si sviluppa tutto questo nei prossimi mesi. La nostra politica monetaria deve quindi tenere conto sia dei rischi a rialzo che di quelli al ribasso. Il concetto di tasso neutrale è interessante ma non sarei certo che il prossimo anno sarà neutrale – avverte Lane – nel senso che non ci saranno grandi shock. Il nostro impegno deve andare al riportare l’inflaizone al 2% in maniera sostenibile”. (fonte immagine: ECB 2024)