Roma, 12 nov. (askanews) – Tutto in sette giorni. Prosegue a Coverciano il raduno della Nazionale, attesa oggi dalla seconda seduta di allenamento in vista delle gare con Belgio e Francia. Sull’asse Bruxelles-Milano si deciderà in questa settimana il futuro dell’Italia, a cui basta un punto per conquistare la qualificazione aritmetica ai quarti di finale di Nations League. E a proposito di futuro i protagonisti della conferenza stampa odierna sono stati Pietro Comuzzo e Nicolò Savona, che insieme a Nicolò Rovella hanno varcato per la prima volta domenica sera il cancello del Centro Tecnico Federale. Tre convocazioni più che meritate, frutto dell’ottimo rendimento in questa prima fase della stagione. Una conferma delle attenzioni che Spalletti riserva ai giovani, chiamati a dimostrare anche in maglia azzurra quella personalità che gli ha permesso di ritagliarsi un posto da titolare con i rispettivi club.
“Quando un bambino inizia a giocare a calcio e vede la Nazionale in TV – le parole di Comuzzo – il sogno è essere lì. Questo è il sogno più grande che potessi raggiungere, per me l’Inno di Mameli è il più bello del mondo”. “Essere convocati in azzurro – gli fa eco Savona – è un sogno che si realizza. Qui ci sono tanti campioni, cercherò di prendere spunto da ognuno di loro”.
SOLDATO COMUZZO. Nato a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, cresciuto nei vivai di Udinese e Pordenone, nel 2018 Comuzzo è passato al settore giovanile della Fiorentina, facendo tutta la trafila e arrivando nell’ottobre 2023 ad esordire prima in Serie A e poi in Conference League sotto la guida di Vincenzo Italiano. A inizio stagione Raffaele Palladino ha deciso di puntare su di lui affidandogli una maglia da titolare, una scommessa che domenica dopo domenica sta dando ragione al nuovo tecnico viola: “Palladino mi dà tanti consigli per farmi migliorare, soprattutto nella fase d’impostazione. L’obiettivo della Fiorentina è lavorare per rimanere in alto, la nostra forza è il gruppo e meritiamo la classifica che abbiamo. Ma ora penso a godermi il più possibile questi giorni in azzurro”.
Diligente e ordinato in campo, più maturo dei suoi 19 anni, si ispira a Giorgio Chiellini e Virgil van Dijk. A qualcuno ricorda un altro Pietro: “Il paragone con Vierchowod? Mi sento a mio agio nella marcatura, il duello mi esalta. Non voglio però limitarmi solo alla marcatura, ma migliorarmi anche in fase di costruzione prendendo a esempio difensori come Bastoni e Calafiori”. Soprannominato ‘soldato’, sembra destinato a scalare le gerarchie. Ieri in conferenza stampa Spalletti ha esaltato la sua capacità di restare concentrato per novanta minuti: “È una mia qualità, per come sono stato educato è una cosa su cui punto molto. Quando si va in campo è la testa a fare la differenza, per un difensore ancora di più”.
Anche in Nazionale sta bruciando le tappe visto che non più tardi di un mese fa Carmine Nunziata lo aveva convocato per la prima volta in Under 21: “Questo gruppo è fantastico, un gruppo di giovani. Faremo di tutto per fare bene. Se devo scegliere quale delle due prossime partite giocare dico quella con la Francia, perché è in Italia e in uno stadio come San Siro. Quale avversario vorrei sfidare? Chi capita, in Belgio con Lukaku sarebbe un gran bel test”.