Roma, 7 nov. (askanews) – Il contenuto dell’intero “pacchetto sicurezza” rivela “una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria, caratterizzata da uno sproporzionato rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi ed ai danni dei soggetti più deboli”. Così afferma l’Unione delle camere penali nel documento diffuso in occasione della manifestazione che si è svolta a Roma. Ed “affidare al sistema repressivo penale la soluzione di ogni situazione di marginalità, di devianza, o di potenziale conflitto sociale, anziché percorrere la strada dell’incremento della prevenzione e della riduzione delle cause di disagio sociale che generano i fenomeni della ribellione e della devianza, o anche solo del dissenso politico, finisce con l’alimentare inutilmente una crescente domanda di punizione e con l’incrementare intenzionalmente un sistema carcerocentrico produttivo, anche a causa dell’inserimento di ulte1iori ostatività, di ancor maggiore sovraffollamento, incompatibile con ogni forma di rieducazione, a sua volta causa dell’aumento del fenomeno della recidiva”. Con i provvedimenti varati dalla maggioranza “si offre alla collettività il falso e deformante messaggio di sicurezza ed efficienza, come se si trattasse della soluzione ai fenomeni criminali in esse previsti, quasi che, nell’attuale assetto normativo, non fossero già presenti adeguate disposizioni di legge che puniscono l’occupazione abusiva di immobili, il borseggio, le rivolte in carcere o l’aggressione ai danni dei rappresentanti delle forze dell’ordine”.