Milano, 6 nov. (askanews) – Esulta la Lega per la vittoria di Donald Trump, ed esulta il segretario Matteo Salvini, convinto di poter beneficiare del ritorno alla Casa Bianca dell’alleato. Protezionismo dell’industria, scetticismo verso la transizione green e soprattutto impegno a trovare una soluzione per il conflitto tra Russia e Ucraina. E poi “lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, difesa delle radici cristiane e ritorno alla pace, protezione della libertà di pensiero e no ai processi politici. Questi i temi su cui la Lega invoca un cambiamento di rotta da parte della Ue. E rispetto ai quali il vice premier rivendica una sintonia particolare con Trump, per il quale preconizza addirittura il Nobel per la pace. “Non c’è nessuna gara di ‘trumpianità'” con Meloni, assicura, ma intanto fa sapere di stare lavorando a un viaggio negli Usa.
Indossa la cravatta rossa dei Repubblicani, Salvini, per festeggiare quella che il suo vice Andrea Crippa definisce “la vittoria del popolo contro l’establishment. Ha vinto la libertà contro il mainstream mondialista, buonista e globalista”. La vittoria “del buonsenso”, insiste il vice premier per il quale non c’è il timore che il protezionismo trumpiano possa danneggiare l’economia Ue: “Il ritorno alla pace sicuramente è una vittoria per tutti, per la vita e anche per la libertà dei commerci. La Cina protegge i suoi mercati, l’America lo stesso, l’Europa si deve svegliare, spero che Bruxelles tragga una lezione da questa elezione, penso al settore dell’auto con la decisione di mettere al bando tutte le auto del mondo… Non è colpa di Trump, non è lui il cattivo, è colpa di qualche fesso di Bruxelles che mette a rischio il settore e i posti di lavoro”.
E anche i leghisti di Bruxelles auspicano un cambio di rotta, che possa dare centralità alle istanze dei Patrioti: “Dopo i risultati di molti Paesi europei, arriva il voto degli Usa: una linea di continuità abbastanza chiara. La Commissione deve capire se ha senso continuare in maniera acritica senza ascoltare nessuno nel percorso che ha portato la Ue a essere nel mondo l’economia che cresce di meno o se vale la pena di dare un giro di vite andando incontro al sentimento diffuso nell’elettorato”, spiegano dall’eurodelegazione leghista.
Un cambiamento che Salvini già immagina sull’Ucraina: “Conto che l’elezione, la vittoria e l’insediamento di Trump riportino la pace e che non ci sia bisogno di undicesimi, dodicesimi o tredicesimi pacchetti di invio di armi. Aiuteremo l’Ucraina a difendersi finché sarà necessario. Conto che l’arrivo dei repubblicani alla Casa Bianca porti alla fine dei due conflitti”. Glissando sulla richiesta di Trump alla Ue di aumentare la quota di partecipazione alle spese Nato: “Una cosa per volta, se non ci sono più guerre serve anche meno spesa”.