Roma, 5 nov. (askanews) – “Sono il primo ad essere convinto che non sia una buona idea affidare ai giudici il compito di valutare quale sia un Paese sicuro e quale no, perché si tratta evidentemente di una valutazione politica, che non rientra nel bagaglio professionale del magistrato. Ma intanto questo è esattamente ciò che ha disposto la Corte Europea di Giustizia, la quale ha fissato dei criteri generali identificativi del concetto di ‘Paese Sicuro’, ed ha detto ai giudici di tutti gli Stati Europei: se giudicherete le leggi nazionali contrarie a questi principi che io ho fissato, non solo potete, ma anzi avete il dovere di disapplicarle”. Così scrive su facebook l’ex presidente dell’Unione camere penali, Gian Domenico Caiazza.
“Per uscire dal vicolo cieco di questa assurda ‘lotteria giudiziaria’ – continua il penalista – la soluzione politica va trovata a livello Ue, magari impegnandosi per far anticipare la formazione dell’elenco europeo degli Stati sicuri previsto per il 2026, non prendendo in giro i cittadini con decreti-legge che si sa benissimo non potranno mai avere forza superiore alle Corti Europee, né alimentando polemiche incendiarie senza senso. Si faccia politica, non propaganda”.