Roma, 4 nov. (askanews) – Solo ieri sera la segretaria Pd Elly Schlein aveva ribadito la sua linea: “testardamente unitaria” in materia di alleanze e nettamente contraria al terzo mandato per i presidenti di regione. Ma Chiara Appendino, dal lato M5s, e Vincenzo De Luca in Campania non sembrano intenzionati a facilitare la vita della leader democratica, alla vigilia di un’altra tornata elettorale regionale a metà novembre.
La Schlein ieri sera è stata ruvida parlando del terzo mandato chiesto dal presidente campano: non se ne parla nemmeno, è stato così anche per Stefano Bonaccini – ha ricordato e – “le regole valgono per tutti e se qualcuno non è abituato perché prima funzionava diversamente, adesso è bene che si abitui al cambiamento perché io sono stata eletta esattamente per fare questo”.
Il Nazareno non si scompone più di tanto per lo strappo annunciato da De Luca, che domani farà votare il consiglio regionale sul recepimento della normativa che vieta il terzo mandato, facendo però scattare il computo dal momento dell’entrata in vigore della legge. In pratica, come accaduto per Luigi Zaia in Veneto, i due mandati già svolti da De Luca non verrebbero calcolati e il presidente potrebbe ricandidarsi, magari con una sua lista ‘Campania libera’.
Per la Schlein, appunto, la questione non si pone e il rischio di una spaccatura diventa concreto. De Luca è convinto che il Pd in consiglio regionale voterà in suo favore, disobbedendo alla segretaria. A quel punto la strada per una scissione sarebbe aperta, perché se davvero De Luca poi decidesse di andare avanti da solo “chi sceglierebbe di stare nella sua lista uscirebbe dal Pd”, dicono fonti democratiche.
In realtà, quello di domani è solo un primo atto, una dimostrazione di forza che De Luca intende offrire ai vertici nazionali. Qualcuno non esclude che la mossa possa essere solo tattica, di fatto il modo per sedersi al tavolo della trattativa da una posizione di forza, potendo dire ‘posso candidarmi, e farvi perdere, ma possiamo trovare un accordo’. Un dirigente del Pd ribatte: “Lui va avanti come un treno. Noi continueremo col ‘modello Napoli'”, quello che ha portato alla vittoria del sindaco Manfredi sostenuto da una coalizione che va da M5s a Iv.
Certo, resta il fatto che un De Luca che va per conto proprio rischia di condannare il centrosinistra alla sconfitta ma, spiega un parlamentare democratico, “è un risultato che il partito mette in conto, la priorità è tenere fede alla linea del no ai tre mandati e del ricambio della classe dirigente”.
Si vedrà, perché alle regionali campane manca almeno un anno e intanto tra meno di due settimane si vota per Emilia Romagna e Umbria. E qui arriva la mazzata di Chiara Appendino, l’ex sindaca di Torino e vice di Giuseppe Conte che seppellisce l’idea dell’alleanza con i democratici: “L’abbraccio al Pd ha dimostrato di essere dannoso per noi. Dobbiamo smetterla di parlare di campo largo, campo giusto o di campo santo e concentrarci su noi stessi”. Una linea che, se dovesse passare all’assemblea costituente M5s, metterebbe in discussione anche quel ‘modello Napoli’ immaginato per la Campania.
Una posizione che rischia di dare ulteriori argomenti a quanti nel Pd, non solo tra i riformisti, chiedono di ridiscutere i termini del rapporto con M5s.
La Schlein ieri sera ha ribadito: “Io credo che noi abbiamo fatto bene in questo anno e mezzo a continuare in modo testardamente unitario a cercare di costruire alleanze perché il nostro avversario è la destra”. E la leader democratica ha aggiunto una considerazione che vale anche come risposta a chi nel partito rimprovera una linea troppo accondiscendente verso Conte: “Se mi si domanda come mai come Pd in Liguria siamo andati così tanto bene nonostante la sconfitta la risposta è semplice: perché noi non polemizziamo mai con i nostri alleati. Lavoriamo sempre per costruire”.