Gaeta, 30 ott. (askanews) – Per essere sempre in grado di contrastare qualsiasi minaccia che potrebbe emergere. Neptune strike (NEST) 24-2 è un’attività di vigilanza rafforzata della NATO, che comprende l’integrazione delle capacità congiunte di attacco marittimo ad alto livello. Come ci spiega il vice ammiraglio Jeffrey T. Anderson serve per creare l’integrazione e l’interoperabilità necessarie.
“Non è progettata per colpire una minaccia particolare o un paese in particolare. E di nuovo, è progettata per integrare e migliorare le capacità in tutta la forza, per creare integrazione e interoperabilità. Al momento non ci sono minacce specifiche per queste forze, ma ci stiamo sempre preparando per essere in grado di contrastare qualsiasi minaccia che potrebbe emergere”.
Anderson è attualmente comandante della Sesta flotta degli Stati Uniti d’America, comandante Task Force SIX e comandante delle Naval Striking and Support Forces NATO (STRIKFORNATO).
Siamo a bordo della USS Mount Whitney, nave ammiraglia della Sesta Flotta degli Stati Uniti d’America di stanza nel Mar Mediterraneo. E anche Afloat Command Platform delle STRIKFORNATO. Insomma un vero e proprio cervello per le operazioni come ci spiega Matthew J. Kiser, al comando della nave militare statunitense di stanza a Gaeta.
“La USS Mount Whitney è una nave unica nel suo genere, è una delle due navi di comando e controllo ed è stata creata appositamente per accogliere a bordo lo staff e fare in modo che questo staff possa comandare e controllare le forze, che siano esse nazionali americane, oppure come nel caso di Neptune strike (NEST), le forze Nato”.
Servizio di Cristina Giuliano
Montaggio di Linda Verzani