Bruxelles, 24 ott. (askanews) – Il Parlamento europeo condanna le continue provocazioni militari della Cina contro Taiwan, e in particolare le esercitazioni militari “ingiustificate” iniziate il 14 ottobre, ribadisce il suo forte impegno a favore dello “status quo” nello stretto di Taiwan e avverte che qualsiasi tentativo di Pechino di modificarlo unilateralmente, in particolare attraverso la forza o la coercizione, non sarà accettato e susciterà una reazione decisa e ferma. Gli eurodeputati condannano le dichiarazioni del presidente Xi Jinping secondo cui la Repubblica popolare cinese non rinuncerà mai al diritto di utilizzare la forza nei confronti di Taiwan, e respingono l’interpretazione della Cina secondo cui la risoluzione 2758 delle Nazioni Unite darebbe a Pechino il diritto di reclamare la sua sovranità su Taiwan.
In una risoluzione adottata oggi a Strasburgo dalla plenaria con 432 voti a favore, 60 contrari e 71 astensioni, il Parlamento europeo respinge “i tentativi della Cina di distorcere la storia e le norme internazionali”, e sottolinea che la risoluzione 2758 delle Nazioni Unite non stabilisce che la Repubblica popolare cinese gode della sovranità su Taiwan, né esprime alcun giudizio sulla futura inclusione di Taiwan nelle Nazioni Unite o in altre organizzazioni internazionali.
Tuttavia, rilevano gli eurodeputati, la Repubblica popolare cinese continua a “interpretare erroneamente la risoluzione 2758 delle Nazioni Unite al fine di bloccare la partecipazione significativa di Taiwan alle organizzazioni internazionali e di modificare unilateralmente lo status quo”. Il Parlamento europeo si oppone a questi costanti sforzi della Cina, e sostiene la partecipazione di Taiwan alle organizzazioni internazionali, quali l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale, l’Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Gli eurodeputati esortano, inoltre, le Nazioni Unite a concedere ai cittadini e ai giornalisti taiwanesi il diritto di accedere ai suoi locali.
La risoluzione di Strasburgo sottolinea l’impegno dell’Ue a favore della politica “una sola Cina”, come fondamento delle relazioni con Pechino, ma precisa anche che questa politica è diversa dal principio di “una sola Cina” sostenuto da Pechino, che contempla anche il possibile uso della forza per l’annessione di Taiwan. La posizione di lunga data dell’Ue, ricorda il testo, è quella di sostenere lo status quo e una risoluzione pacifica delle divergenze nello stretto di Taiwan, incoraggiando il dialogo e l’impegno costruttivo, e insistendo sul fatto che l’uso di misure coercitive per conseguire l’unificazione contraddirebbe il diritto internazionale.
La risoluzione del Parlamento europeo sottolinea che solo il governo democraticamente eletto di Taiwan può rappresentare il popolo taiwanese a livello internazionale, ed esprime preoccupazione per l’uso da parte della Cina della disinformazione ostile per minare la fiducia nella democrazia e nella governance di Taiwan.
Gli eurodeputati rilevano che il comportamento sempre più aggressivo della Cina, in particolare verso i suoi vicini, nello Stretto di Taiwan e nel Mar cinese meridionale, rappresenta un rischio per la sicurezza regionale e globale, e osservano che l’Ue e i suoi Stati membri dovrebbero rafforzare le proprie capacità marittime nella regione.
Il Parlamento europeo esprime, infine, preoccupazione per il rinnovato impegno della Cina e della Russia a rafforzare ulteriormente i loro legami militari, condannando la fornitura cinese di attrezzature militari a Mosca.
Contro la risoluzione hanno votato in particolare i Sovranisti del gruppo Esn (15 voti) e buona parte del gruppo della Sinistra (25 voti), compresi gli eurodeputati italiani Antoci, Della Valle, Morace, Palmisano, Pedullà, Tamburrano e Tridico del M5s, e Lucano e Salis di Avs.
Si è invece spaccato in due il gruppo di estrema destra dei Patrioti per l’Europa, con 39 astenuti, 22 favorevoli (tra cui tutti i membri della Lega) e un contrario.
Il Ppe (compresi gli eurodeputati di Fi), i Conservatori dell’Ecr (compresi i membri di Fdi), i Socialisti e Democratici, i Liberali di Renew e i Verdi hanno votato massicciamente a favore della risoluzione.