Lo studio offre un quadro dettagliato delle principali trasformazioni che hanno coinvolto i ragazzi italiani nel corso del 2024. Le priorità sono sempre più orientate verso la realizzazione economica e professionale, con un calo dell’interesse verso la formazione di una famiglia, tendenza che si è rafforzata negli ultimi anni. Più lavoro, meno famiglia. Nel 2024, le nuove generazioni hanno dichiarato di essere ugualmente o più interessate rispetto al passato a fare carriera (84%) e al benessere economico (84%), mentre sposarsi o convivere e avere dei figli è considerato poco o per nulla importante per oltre il 50% della Gen Z e Millennials. Questi obiettivi, pur rimanendo rilevanti, non sono più visti come tappe obbligatorie. La famiglia viene formata solo se le condizioni economiche lo permettono. Inoltre, la scelta di non avere figli non è più considerato un tabù.
Le donne stanno guidando questo cambiamento con una visione più radicale: rispetto all’anno scorso è in aumento del 42% la percentuale di ragazze tra i 16 e i 35 anni, che hanno tra gli obiettivi più importanti quello di conseguire un titolo di studio. Per gli uomini il valore cresce solo del 17%. Le donne attribuiscono anche maggiore importanza alla stabilità lavorativa (+40% contro +11% degli uomini) e alla carriera (+39% contro il +15%). Sono anche meno interessate rispetto all’anno scorso a sposarsi (-55% vs -38% uomini) o ad avere figli (-58% vs -41% uomini).
Tuttavia, molti ragazzi continuano a cercare alternative più sicure e remunerative e il fenomeno della Great Resignation è ancora rilevante. La propensione a emigrare sebbene in calo – dal 2022 al 2024 è diminuita dal 58% al 45% – rimane ancora una scelta per coloro che non vedono altre opportunità in Italia. Istruzione in crisi. L’istruzione italiana ottiene da Gen Z e Millennials un voto medio di 6,3. I più giovani sono sempre più insoddisfatti della loro formazione (dal 42% nel 2022 al 47% nel 2024). Tra i principali difetti: un eccessivo focus sulla teoria e poca esperienza pratica (47%), insegnanti di scarsa qualità (44%) e mancanza di collegamento diretto con il mondo del lavoro (43%).
Nell’ultimo anno sono aumentate tutte le criticità rilevate. Tra le principali cause di insoddisfazione ci sono i programmi che non valorizzano le differenze individuali (+6 punti) e la qualità dell’istruzione troppo variabile da regione a regione (+4 punti).
Nonostante vengano riconosciuti alcuni pregi come la capacità di fornire un’ottima preparazione generale (25%), emerge la necessità di una riforma profonda del sistema educativo per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni.
I rapporti sentimentali o sessuali nati sui social sono in aumento per tutte le generazioni tranne per la Gen Z, dove il dato è in calo (34% nel 2023 contro 31% nel 2024). L’uso delle app di incontri è diminuito tra i giovani (da 34% a 30%), ma è aumentato tra gli adulti di età compresa tra i 36 e i 74 anni (da 15% a 21%).
Il 68% dei ragazzi di Gen Z e Millennials, inoltre, dichiara di sentirsi sotto pressione per i modelli estetici irraggiungibili promossi dai social media, che alimentano insicurezze e ansie legate all’immagine corporea.
Politica e fiducia nelle istituzioni
L’interesse dei giovani per la politica resta basso (43%), con una sfiducia crescente verso le istituzioni
e la democrazia: il 69% non ha fiducia nella politica italiana.
In un contesto di crisi internazionale, l’idea di un’Europa unita ha guadagnato terreno come simbolo di cooperazione e futuro, ma solo una minoranza riconosce l’Europa come parte della propria identità (il 54% si sente europeo, ma solo il 18% in modo convinto). New Gender Divide. Le tensioni fra i generi sono destinate a crescere. Le giovani donne di oggi vogliono prendere il controllo sulla propria vita e mettono in discussione il ruolo che la società attribuisce loro. Desiderano un’istruzione migliore, un buon lavoro, nonostante siano spesso in condizioni di svantaggio, (es: contratti di lavoro non a tempo determinato: uomini: 25%, donne: 39%) e la possibilità di autorealizzarsi. E non sono più disposte a subordinare questi obiettivi al loro ruolo di madri e di mogli. Vogliono essere libere di decidere della propria vita, a cominciare dal fatto di non fare i figli (uomini Gen Z: 41%, donne Gen Z: 52%). I giovani maschi ne condividono i valori ma non gli oneri.