Roma, 23 ott. (askanews) – ‘Posso continuare il mio lavoro in ufficio, in mezzo alle persone, senza dovere spiegare a tutti quello che sto vivendo’; ‘Il mio bambino non deve smettere di prendere sonno passandomi le manine tra i capelli’; ‘Pratico il mio sport di sempre, il salto a ostacoli, senza paura che la protesi si sposti, passeggio nel vento e non ho nessun timore, posso spazzolare i capelli, lavarli, legarli, come se fossero i miei, ma, soprattutto, ho la mia dignità. Con la diagnosi si scatenano sensazioni e sentimenti strani: guardarsi riflesso e non vedere il volto della malattia aiuta molto’. Parlano Dalila, Silvia e Marta, donne che hanno affrontato o stanno affrontando il percorso di cure chemioterapiche con la protesi tricologica CNC di CRLAB.
Proprio nel corso dell’Ottobre Rosa, per supportare le donne con maggiore fragilità economica nella battaglia contro il carcinoma alla mammella, riparte Onco Hair Milano 2.0, la seconda edizione del progetto Onco Hair: Associazione per il Policlinico ETS, Fondazione Cariplo e CRLAB donano venti protesi di capelli ad altrettante donne, selezionate da un’equipe di oncologi e psicologi del Policlinico di Milano, che stanno affrontando la chemioterapia per sconfiggere il cancro al seno, il tumore in assoluto più frequente, con 55.900 nuovi casi nell’ultimo anno censito (numeri del cancro in Italia nel 2023).
La protesi tricologica CNC (Capelli naturali a contatto) è un dispositivo medico altamente personalizzato che è molto di più di una parrucca. Si tratta di un unicum mondiale realizzato totalmente all’interno dei laboratori CRLAB di Zola Predosa (Bologna) e da qui esportato in tutto il globo. Viene creato utilizzando capelli umani e vergini inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto. Il processo produttivo prevede 39 fasi ed è interamente certificato secondo lo standard ISO 9001:2015. Il presidio determina un beneficio sulle pazienti quantificabile: uno studio pilota realizzato da Salute Donna Onlus e condotto presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha misurato in 10 punti di miglioramento sulla scala BIS (scala dell’immagine corporea, che va da 0 a 30) l’impatto positivo per le pazienti con recidiva di carcinoma mammario e alopecia recidivante che utilizzano questo dispositivo al posto della parrucca. L’alopecia indotta da chemioterapia è considerata dal 47% delle donne l’aspetto più traumatico dell’intero percorso di cure, tanto che l’8% di esse vorrebbe rifiutarle proprio per evitare questa perdita. La protesi CNC permette a chi la indossa una vita assolutamente normale, diventa parte integrante del corpo, non va tolta la notte e consente di nuotare, legarsi i capelli e persino farseli tirare.
Le 20 donne, che verranno selezionate nell’arco dei prossimi 3 mesi, riceveranno la loro protesi su misura entro 40 giorni dal momento in cui vengono rilevati i parametri specifici (conformazione della testa, colore dei capelli ecc). L’obiettivo è quello di poter applicare la protesi tricologica prima della caduta dei capelli in modo da evitare questo trauma psicologico.
LE DICHIARAZIONI
Simona Tironi, Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro e Elena Lucchini, Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità della Regione Lombardia – ‘Purtroppo a volte, comprare una parrucca per le donne che combattono il cancro e intendono far fronte a uno degli effetti collaterali più comuni come l’alopecia può rivelarsi un lusso. Per questo, dal 2019, Regione Lombardia ha consolidato una misura per la tutela della salute, dell’autostima e del benessere, dell’individuo e della famiglia. La misura è rivolta a persone sottoposte a terapie oncologiche, chemioterapiche e radioterapiche e prevede un riconoscimento di un contributo per l’acquisto di una parrucca (fino a 250 euro a persona) e per l’acquisto di protesi tricologiche (fino a 400 euro). In poco meno di 5 anni sono stati raggiunti quasi 8.000 beneficiari, dei quali circa 1300 solo nel 2024, che hanno fatto domanda direttamente e ai quali si aggiungono i beneficiari che hanno ottenuto la parrucca direttamente dalle associazioni coinvolte nell’iniziativa. Esprimiamo la nostra gratitudine a tutti coloro che sono impegnati nel Progetto Onco Hair 2.0, una solida alleanza tra associazioni, istituzioni e privati capaci di operare a sostegno delle donne’.
Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo – ‘Nella battaglia contro la malattia, l’arma della considerazione di sé è importantissima. Il progetto Onco Hair porta un supporto fondamentale in questa direzione. L’ascolto del bisogno, di cui spesso parliamo, è anche questo: comprendere cosa è significativo per una donna nel sentirsi aiutata in un momento così difficile. Possono sembrare piccole cose, in una battaglia più grande; eppure le testimonianze delle persone e di tante donne ci dicono che stare bene, sentirsi bene, perché non menomate nell’aspetto, rappresenta un fattore decisivo nell’autostima e nella forza che da questa deriva’.
Marco Giachetti, Presidente Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico – ‘Il Policlinico vuole fornire alle sue pazienti non solo le migliori cure e la migliore assistenza medica e sanitaria, ma anche un aiuto concreto per la quotidianità fuori dall’ospedale. Grazie all’Associazione ‘Per il Policlinico’ portiamo avanti il progetto ‘Onco Hair’ che cerca di offrire un po’ di sollievo in un momento così difficile, in cui la donna deve affrontare la terapia chirurgica e medica e vede il proprio corpo soffrire e cambiare. Un aiuto concreto che va incontro alle pazienti, che non le lascia sole senza sapere a chi rivolgersi e che permette loro di non vedersi ‘solo’ come persone malate quando si guardano allo specchio, non diverse ma uguali a tutte le altre’.
Ornella Garrone, Direttore Oncologia Medica del Policlinico di Milano e parte dell’equipe medica del progetto Onco Hair – ‘L’alopecia chemio-indotta ha un impatto cruciale sulla qualità di vita, in quanto altera la propria immagine corporea creando difficoltà nella vita relazionale. Il ricorso a sistemi palliativi quali parrucche, turbanti foulard rappresenta la soluzione adottata dalla maggior parte delle pazienti. La possibilità di poter usufruire di una protesi capillare permette alle pazienti di affrontare la quotidianità senza disagio, senza il timore di non essere in ordine e rappresenta un obiettivo importante anche per l’aderenza alle cure’.
Claudia Buccellati, Presidente Associazione per il Policlinico ETS -‘La prima edizione di Onco Hair è stato un esperimento straordinario con un ritorno estremamente positivo per le pazienti, risultato che conferma lo studio condotto presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano. La decisione della Fondazione Cariplo di rifinanziare l’iniziativa ne testimonia l’efficacia e le valenze profonde. Ormai è evidenza scientifica che i fattori psicologici giocano un ruolo fondamentale nel percorso di cure, tanto più nel tumore e tanto più nel carcinoma alla mammella, malattia che implica risvolti molto particolari e rivoluziona la vita delle donne sotto molteplici profili. Per questo siamo convinti che il progetto Onco Hair, che offre un supporto importante per sconfiggere la malattia anche alle donne economicamente più fragili, meriti attenzione da parte delle altre regioni italiane’.
Angelo D’Andrea, Amministratore delegato CRLAB -‘Attraverso una rete di oltre 190 centri CRLAB, esportiamo la nostra protesi, un unicum made in Italy, in più di 28 Paesi del mondo, in 11 dei quali siamo all’interno di strutture mediche. Realizziamo con cura e passione questo presidio medico per metterci a servizio delle necessità dei nostri clienti, vocazione che è sublimata nel progetto Onco Hair. Per questo anno dopo anno investiamo in questa iniziativa con sempre con maggior piacere e consapevolezza. Non c’è soddisfazione maggiore che offrire un supporto concreto a chi sta affrontando una battaglia così importante’.
Dalla raccolta di testimonianze di donne che indossano o hanno indossato nel corso della loro battaglia il sistema protesico CRLAB. (Dalila e Silvia sono state tra le pazienti selezionate per prendere parte al progetto Onco Hair di Milano nel 2021-2022):
‘Solo chi non ha avuto esperienza diretta con questo male – spiega Dalila, 28 anni – può pensare che la perdita dei capelli sia un corollario di poca importanza. Vedersi belle, senza il segno evidente della malattia, dà una grande forza. Non permettere al tumore di impossessarsi del tuo volto, evitare gli sguardi commiserevoli di chi ti sovrappone alla malattia vuol dire tanto. Grazie alla protesi tricologica continuo a lavorare a contatto con il pubblico, nuotare, uscire con gli amici, passare le mie mani nei capelli come prima. Gli altri non mi vedono malata e me ne dimentico anche io’.
Silvia, 44 anni, è alla sua seconda battaglia contro il tumore al seno. ‘Quando, a 13 anni dalla prima diagnosi, il cancro è tornato a bussare alla mia porta, il dolore fisico post-intervento e le conseguenze della chemio sono state la mia paura più grande. Uno dei ricordi più?dolorosi della prima malattia risale al giorno in cui ho perso i capelli. Non si può farlo capire a chi non l’ha provato. Lo sai che ricresceranno, ma quando ti alzi la mattina e somigli a uno scherzo di Halloween e?vedi l’ombra di te stessa, vorresti solo coprire lo specchio e non guardarti più, ti vedi più malata di quello che ti senti. In più adesso ho mio figlio, la mia grande vittoria: fin da piccolo per?rilassarsi?ha l’abitudine di accarezzarmi i capelli e grazie alla protesi CRLAB non ha dovuto rinunciarvi. Non nascondo la mia esperienza di cancro, ma non voglio mostrare a chiunque e in qualunque momento la mia vulnerabilità. Nel 2008 ho vissuto una pessima esperienza di foulard e parrucche, ero sempre a disagio con me stessa: non volevo mai uscire perché la parrucca si spostava, oppure stringeva e desideravo solo il momento di tornare a casa e togliermela. Non ho neppure una foto di quel periodo.?Ora posso non rinunciare alla mia vita e a tutte le occasioni per stare in compagnia, senza sentirmi posticcia e fuori posto. Può sembrare una stupidaggine di fronte alla prospettiva di sopravvivere al cancro, ma mi guardo allo specchio e mi sento bella, forte e sicura di me’.
Milena, 49 anni, curata a Brescia. ‘Quando ho ricevuto, circa un anno fa, la diagnosi di un tumore aggressivo alla mammella, la perdita dei capelli per la chemioterapia che dovevo affrontare è stato tra i principali motivi di angoscia. Non volevo apparire ammalata agli occhi degli altri, non volevo farmi vedere spogliata dei miei capelli nella battaglia contro la mia malattia da mio marito, mio figlio, i miei genitori, né da me stessa allo specchio. Con la protesi tricologica CNC non mi sono mai vista ammalata. Mi è arrivata proprio quando hanno cominciato a cadermi i primi capelli e sono riuscita a evitarmi il trauma di vivere quella perdita. I colleghi – non ho perso un giorno di lavoro se non quelli in cui facevo la chemioterapia – non si sono accorti che i capelli non erano i miei, sono andata in piscina, a cena fuori, senza mai dovere affrontare anche solo uno sguardo interrogativo o di commiserazione e questo mi ha dato tanta forza e sicurezza. Il mio corpo fortunatamente ha reagito molto bene alle cure e penso davvero che il non vedermi malata abbia contribuito a darmi la grinta necessaria per affrontare il percorso’.