Vendemmia 2022 in anticipo e in calo per il clima ma la qualità c’è – askanews.it

Vendemmia 2022 in anticipo e in calo per il clima ma la qualità c’è

Crea: filiera italiana leader nella gestione cambiamenti climatici
Ott 22, 2024
Milano, 26 ago. (askanews) – La vendemmia appena partita porta con sè tutti i segni della siccità, delle temperature elevate che hanno colpito da nord a sud lo Stivale nei mesi scorsi, ma anche la misura della resilienza del vigneto italiano a questi cambiamenti climatici. I tempi di raccolta sono decisamente anticipati, tra i 7 e i 20 giorni, la produzione è un po in calo, ma la qualità sembra essere stata preservata, in alcuni casi ancora in miglioramento grazie all’abbassamento delle temperature delle ultime settimane. Ad analizzare i primi dati e a elaborare le tendenze di questa vendemmia è il Crea, col suo centro di ricerca di viticoltura ed enologia che analizza la stagione sotto il profilo meteo, fitosanitario e produttivo.

Sotto il primo aspetto, il 2022, in un’Italia eccezionalmente accomunata da un andamento meteo omogeneo da nord a sud, con alte temperature e siccità, incorona il vigneto italiano come resiliente ai cambiamenti climatici. Già in passato avevamo messo alla prova la capacità del nostro territorio, ma mai come in quest’annata le condizioni metereologiche sono state così avverse e ostiche, spiega il Crea. Da anni la ricerca, in sinergia col mondo produttivo, ha sviluppato strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici permettendoci di non trovarci impreparati neppure in estati come quella che stiamo vivendo. “Molto lavoro è stato fatto e sicuramente abbiamo ancora margini importanti di miglioramento – afferma Riccardo Velasco, direttore Crea viticoltura ed enologia – basti pensare alle nuove varietà resistenti agli stress che il Crea ha già selezionato, grazie alle tecniche di evoluzione assistita, e che aspettano di essere sperimentate, ma se ad oggi possiamo considerare salva la vendemmia 2022 molto lo dobbiamo al lavoro straordinario dei nostri viticoltori che hanno saputo gestire sapientemente le bizzarrie di questo clima inconsueto, sfruttando le innovazioni della ricerca e adeguando di conseguenza concimazioni, irrigazioni e trattamenti”.

Dal punto di vista fitosanitario, l’annata si presenta buona, come indicano i dati rilevati da Patrick Marcuzzo del Crea Viticoltura di Conegliano. La penuria di precipitazioni ha facilitato il controllo delle malattie fungine, riducendo anche il numero di interventi fitosanitari: la peronospora è praticamente assente in tutto il territorio italiano, si rileva solo la presenza di alcuni focolai di oidio sotto controllo. Anche della botrite non c’è traccia, nemmeno nelle cultivar particolarmente suscettibili e a grappolo compatto. Da evidenziare solamente il problema della flavescenza dorata che ha interessato soprattutto l’area viticola del nord Italia, in particolare Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.

Sotto il profilo produttivo, il Crea non ha dubbi che il 2022 non sarà ricordato come un’annata abbondante, specie per quei vigneti non serviti da impianti di irrigazione o bacini di raccolta delle piogge. Per la qualità invece, le uve hanno un contenuto di zuccheri e sostanze coloranti superiori alla norma, mentre viene costantemente monitorata l’acidità per cogliere l’ideale momento di raccolta. La carenza di escursione termica giorno-notte ha per adesso influenzato la qualità in alcune zone, ma queste ultime settimane potrebbero compensare, dato l’attuale andamento climatico. L’anticipo rispetto al 2021 è importante e variabile da circa 7 giorni a 20, a seconda delle diverse aree viticole.