Roma, 21 ott. (askanews) – Inaugurata da poco a Roma “Fragment Actions”, personale di Patrizio Landolfi, uno degli artisti più raffinati della scena contemporanea italiana e non solo, con collezionisti del calibro di Stewart Butterfield. Il suo stile, caratterizzato da un’intensa ricerca cromatica e da una tecnica pittorica che mescola delicate alchimie, lo ha portato a spaziare tra l’Espressionismo Astratto e la Pop Art. Nella nuova mostra, visitabile sino a lunedì 20 gennaio 2025, ideata da Tina Vannini del ristorante Il Margutta Veggy Food and Art, e curata da Francesca Alese, presenta un’evoluzione del suo linguaggio espressivo, fondato su una tecnica che lui stesso definisce “Frammentazione cromatica” che trasforma la superficie della tela in un’esperienza tridimensionale, creando profondità e dinamismo che trasportano l’osservatore verso una dimensione quasi metafisica.
Accanto all’opera di apertura “Il lato oscuro degli Angeli”, la mostra offre un’ampia panoramica della produzione di Landolfi, dalle sue opere astratte, dove la frammentazione dei colori e dei chiaroscuri raggiunge livelli di straordinaria complessità, fino a composizioni più figurative, come le altre dedicate agli angeli. Le sue tele astratte invitano lo spettatore a una connessione intima e profonda con l’opera, attratti da una moltitudine di frammenti cromatici che, pur nella loro apparente disgregazione, rivelano un’armonia assoluta.
La mostra si arricchisce inoltre di una serie di opere che omaggiano personaggi iconici del mondo della musica e del cinema, da David Bowie a Freddie Mercury, da Charlie Chaplin a Marilyn Monroe, in un’esplosione di vivacità e leggerezza, rimanendo però sempre fedele alla cifra stilistica di Landolfi. In occasione dell’80esimo anniversario della morte di Filippo Tommaso Marinetti, l’artista presenta anche “Frammentazioni Futuriste”, un omaggio al Futurismo che fonde elementi della corrente con riferimenti a maestri come Carrà, De Chirico e Fiume, rafforzando ulteriormente il legame tra passato e contemporaneità.
“Percepisco l’opera di Landolfi una ‘creazione’ in quanto ciò che ci permette di ammirare non è semplicemente opera pittorica – ha dichiarato la curatrice Francesca Alese – grazie alla sua frammentazione cromatica, infatti, quello che i nostri occhi percepiscono è una visione tridimensionale di quello che viene impresso sulle sue tele. Una visione talmente intensa che arriva talvolta a sfociare nel metafisico, come si può percepire sia nei suoi quadri astratti che nei suoi angeli”.