Liguria, Bucci: voglio formare lavoratori e non disoccupati – askanews.it

Liguria, Bucci: voglio formare lavoratori e non disoccupati

“Pieno sostegno agli Its e ai programmi di Re-skilling”
Ott 17, 2024
Genova, 17 ott. (askanews) – “E’ la regola più semplice del mercato: allineare domanda e offerta. E vale oggi più che mai sul mercato del lavoro. Da tempo le imprese lamentano la carenza di personale specializzato, offrono lavoro ma non trovano chi è pronto ad accettarlo. La Liguria ha capito prima di altri queste esigenze e i primi risultati si sono visti nei numeri. Ecco perché nel mio programma intendo confermare con convinzione il sostegno agli Istituti Tecnici Superiori e l’avvio di programmi di Re-skilling, della riqualificazione professionale”. Lo afferma in una nota il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Liguria Marco Bucci, parlando dell’importanza della formazione.

“Si tratta di esperienze positive portate avanti in collaborazione diretta con le stesse aziende – prosegue Bucci – che mettono anche a disposizione i loro dirigenti e il loro personale per formare le figure di cui hanno bisogno. Gli Its liguri hanno una media di assunzione di oltre il 90% di chi completa il percorso formativo, con punte vicino al 100% in alcuni settori. E’ una possibilità che viene data tanto ai ragazzi che vogliono orientare il proprio percorso di studi verso uno sbocco lavorativo certo, quanto a chi è uscito dal mondo del lavoro e non ha le competenze richieste dalle imprese che pure sarebbero pronte ad assumerlo. In sintesi: noi vogliamo formare lavoratori, non disoccupati”.

“Anche in questo – conclude Bucci – il mio programma è opposto a quello di chi promette di pensare a un reddito di cittadinanza smart per la Liguria, a chi sostiene una non meglio precisata eredità di autonomia per gli studenti. A chi, quando nel suo programma parla di Its, li cita come strumento per l’orientamento all’imprenditorialità e alla formazione dei giovani imprenditori. Anche io ho previsto dei bonus per gli over 50 che perdono il lavoro, ma non si tratta di assegni da percepire senza fare nulla: sono contributi alle aziende che rimettono in gioco i lavoratori. La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, non sugli assegni di disoccupazione”.