Roma, 17 ott. (askanews) – In occasione del grande festival autunnale del controverso santuario shinto di Yasukuni, in cui si venerano gli spiriti dei soldati morti per l’Impero del Giappone (compresi 14 criminali di guerra di “classe A”), il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha inviato un’offerta votiva – una pianta di sakaki, che è sacra per la religione ancestrale nipponica – facendo una scelta che ha già suscitato reazioni di protesta da parte dei paesi vicini – Cina e Corea del Sud – che subirono la spinta imperialista nipponica fino alla conclusione della seconda guerra mondiale.
Il santuario Yasukuni, a Tokyo, ha dato inizio oggi al festival autunnale di tre giorni il 17 ottobre. In concomitanza con questo evento, Ishiba ha fatto una donazione della pianta, accompagnata da una targa di legno con scritto “primo ministro Ishiba Shigeru”.
E’ la prima volta che Ishiba fa questa offerta, quindi la decisione non era scontata. Ma il nuovo premier ha inteso mantenere la scelta già precedentemente fatta dai suoi predecessori: Fumio Kishida, Yoshihide Suga e Shinzo Abe.
Ishiba non ha comunque in programma di visitare personalmente il santuario, eventualità che produrrebbe forti reazioni da parte dei vicini, in particolare Cina e Corea del Sud. Il governo ha precisato che l’offerta votiva è stata fatta a “titolo personale”.
Il ministero degli Esteri della Corea del Sud ha espresso “profonda delusione e rammarico” per il passo del primo ministro nipponico. In un comunicato, il portavoce del ministero ha dichiarato: “Esprimiamo profonda delusione e rammarico per il fatto che i leader responsabili del Giappone abbiano nuovamente fatto offerte o visitato il santuario Yasukuni, che glorifica le guerre di aggressione passate e include criminali di guerra tra i suoi venerati”.
Nel comunicato inoltre s’invitano i leader del nuovo governo giapponese ad “affrontare la storia con sincerità, dimostrando attraverso le azioni una riflessione umile e un autentico pentimento per il passato, il che rappresenta una base fondamentale per costruire relazioni tra Corea del Sud e Giappone orientate al futuro”.
Anche la Cina ha protestato. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nella quotidiana conferenza stampa, ha detto che il santuario Yasukuni è uno strumento spirituale e un simbolo del militarismo giapponese utilizzato per giustificare le guerre di aggressione, e che lì sono venerati 14 criminali di guerra di classe A, responsabili di gravi crimini durante le guerre di aggressione. “Esortiamo il Giappone – ha aggiunto – ad affrontare e riflettere sulla sua storia di aggressioni, ad agire con cautela su questioni storiche come il Santuario Yasukuni, a separarsi completamente dal militarismo e a mantenere un percorso di sviluppo pacifico, dimostrando con azioni concrete la propria buona fede verso i vicini asiatici e la comunità internazionale”.