Milano, 15 ott. (askanews) – Garantire i posti di educatore nei servizi per l’infanzia a chi ha acquisito un’alta specializzazione in forza dell’esperienza lavorativa. Lo chiede una risoluzione bipartisan sull’accesso alle professioni pedagogiche ed educative approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia, documento che prende spunto dalle recenti norme sull’istituzione di un Albo professionale attraverso procedure la cui previsione ha creato una situazione di incertezza riguardo i requisiti richiesti agli operatori, compresa una serie di oneri e adempimenti “che rischiano di avere un impatto importante sui servizi”. Finalità della risoluzione, ha spiegato il relatore Diego Invernici (FdI), è supportare l’azione dell’assessorato regionale alla Famiglia attualmente impegnato in interlocuzioni con Governo, ministeri interessati e altre Regioni con l’obiettivo di modificare la normativa nazionale.
In particolare, il documento chiede che il Governo attivi un “tavolo di confronto urgente con tutte le istituzioni interessate” e che si considerino prioritarie l’armonizzazione del quadro dei titoli di accesso alla professione di educatore nel sistema integrato 0-6 anni nonchè la tutela delle professionalità (da riconoscere non solo sulla base del titolo di studio ma anche dell’esperienza acquisita sul campo). Si tratta perciò di “regolare in maniera coordinata”, prosegue il documento, il momento di transizione che porta alla piena costituzione dell’Albo professionale “escludendo gli educatori dei servizi per l’infanzia dal campo di applicazione della legge 55/24 in considerazione delle peculiarità regionali che già oggi rappresentano un’eccellenza nei servizi per l’infanzia rispondendo adeguatamente ai bisogni delle famiglie”. Infine, si chiede di estendere all’anno scolastico e accademico 2021/22 il termine di validità dei titoli di accesso alla professione di educatore dei servizi all’infanzia previsti dal d.lgs 65/2017, “al fine di salvaguardare la tenuta del sistema dei servizi educativi all’infanzia, valorizzando l’esperienza positiva della Regione Lombardia, così come da DGR n.6443/2022”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti a sostegno della risoluzione consiglieri sia di maggioranza che di minoranza. Michela Palestra (Patto Civico) ha sottolineato la coerenza della Risoluzione con la mozione sullo stesso tema presentata dal suo gruppo e approvata dall’Aula a settembre. Hanno motivato il voto favorevole Paola Bocci e Davide Casati (PD), Luca Marrelli (Lombardia Ideale), Claudia Carzeri (FI) ed Emanuele Monti (Lega), che da Presidente della Commissione “Sociale” ha coordinato il lavoro di stesura bipartisan del testo della Risoluzione discussa oggi. È stato poi approvato un emendamento a firma Pierfrancesco Majorino (PD) che chiede di avviare “un’interlocuzione con i gestori, pubblici, del privato sociale e del privato di servizi 0-6, al fine di discutere soprattutto delle preoccupazioni sulla continuità e la sostenibilità dei servizi, sul sistema integrato 0-6”.
È stata accolta dal Presidente della Commissione Attività Produttive, Marcello Ventura, la proposta avanzata in un ordine del giorno presentato da Luca Paladini (Patto Civico), poi ritirato, di avviare audizioni sul tema delle condizioni di lavoro degli educatori professionali. Essendo l’assessore Elena Lucchini impegnata nel G7 su disabilità e inclusione, per la Giunta è intervenuto il Sottosegretario Mauro Piazza che ha definito la Risoluzione “un atto di responsabilità istituzionale molto importante anche perché condiviso da maggioranza e minoranza” e ha ricordato le azioni finora intraprese dalla Regione per salvaguardare operatività e continuità della rete dei servizi lombardi, che rappresenta un modello di efficienza apprezzato dalle famiglie.