Al via la riforestazione subacquea del mare delle Cinque Terre – askanews.it

Al via la riforestazione subacquea del mare delle Cinque Terre

Operativo nell’Area Marina il “Grean Sea Project” promosso del Parco nazionale per riforestare di Posidonia la prateria marina
Ott 12, 2024

La Spezia, 12 ott. (askanews) – Il “Green Sea Project” promosso e sostenuto dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, dedicato alla riforestazione della Posidonia oceanica nell’Area Marina Protetta, è ufficialmente entrato nella sua fase operativa.

Questa iniziativa, guidata dall’International School for Scientific Diving (ISSD – ETS), in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova (DISTAV) e con il sostegno di Fondazione Deutsche Bank Italia, mira a ripristinare uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mediterraneo.

Nei giorni scorsi, i ricercatori dell’ISSD e del DiSTAV hanno piantato le prime talee di Posidonia oceanica nella prateria sottomarina di Monterosso al Mare, una delle più ampie del Levante ligure. Questo sito è particolarmente importante perché studiato sin dagli anni ’80 e ’90, quando l’Area Marina Protetta delle Cinque Terre era ancora in fase di istituzione.

La Posidonia oceanica non è solo una pianta marina: è una vera alleata nella lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Produce ossigeno (fino a 20 litri al giorno per ogni metro quadrato) e contribuisce a proteggere le coste dall’erosione. Ogni ettaro di Posidonia può produrre fino a 20 tonnellate di sostanza organica all’anno, offrendo rifugio e cibo a moltissime specie marine. Ripristinare questa pianta significa salvaguardare un intero ecosistema. Roma, 12 ott. (askanews) – Per questo intervento, è stata adottata una tecnica innovativa di riforestazione subacquea, ispirata a metodi già impiegati con successo in ambiente terrestre. I biologi di ISSD e DISTAV hanno utilizzato biostuoie biodegradabili in fibra di cocco, su cui sono state ancorate manualmente le talee di Posidonia, raccolte tra quelle sradicate naturalmente dalle mareggiate o dalle ancore delle barche. Ogni biostuoia è stata suddivisa in nuclei, ciascuno composto da 20 talee.

Le piante impiegheranno qualche mese per mettere radici e iniziare a espandersi, fino a coprire un’area complessiva di 100 metri quadrati. Il monitoraggio sarà cruciale: per almeno due anni, gli esperti seguiranno da vicino lo sviluppo delle piante per valutarne il successo.