Roma, 8 ott. (askanews) – “Gli avocado sono ingiustamente diventati il capro espiatorio nelle discussioni emotive riguardo l’utilizzo dell’acqua in agricoltura e il colpevole della siccità spagnola. La realtà dei fatti, però, è molto diversa”: lo ha detto Julio Berbel, esperto di agricoltura e acqua e professore presso L’Università di Cordoba, al Congresso degli Avocado alla fiera internazionale Fruit Attraction di Madrid, a cui partecipa anche l’Organizzazione Mondiale dell’Avocado (Wao).
“Gli avocado utilizzano decisamente meno acqua rispetto a molti prodotti di origine animale. È giunto il momento di riconoscerli come un’alternativa sostenibile nel passaggio verso diete ricche di vegetali che apportano vantaggi sia alle persone che al pianeta”, ha aggiunto. Studi hanno dimostrato che gli avocado hanno un’impronta idrica media totale di circa 800 litri per chilogrammo e 2,4 kg di emissioni di Co2 per chilogrammo. Gli avocado utilizzano acqua dalle 8 alle 10 volte in meno rispetto al manzo, al cioccolato e al caffè e producono 25 volte meno gas serra del manzo, 10 volte meno del formaggio e circa la stessa quantità di quella utilizzata da altri frutti.
L’Organizzazione mondiale dell’Avocado (Wao) ricorda anche che l’industria di avocado rappresenta solo lo 0,031% del commercio globale di colture, riducendo ulteriormente il suo impatto complessivo sull’ambiente. Rappresentano soltanto il 4-5% della produzione mondiale di ortofrutticoli.
“Il nostro obiettivo è quello di creare un equilibrio armonioso tra l’esigenza di scelte alimentari più sane, la salvaguardia dell’ambiente e l’aumento dei mezzi di sussistenza di coloro che si occupano della produzione di avocado”, ha detto Zac Bard, presidente della WAO, sottolineando l’impegno dell’industria di avocado per ridurre ulteriormente la propria impronta idrica e di carbonio.