Milano, 6 ott. (askanews) – Rete Studenti Ebrei romani organizza un’iniziativa simbolica – e pacifica – per ricordare gli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 da Hamas: in occasione dell’anniversario del rapimento di 251 ostaggi (la metà ancora prigionieri a Gaza da un anno) un gruppo di studenti afferma di voler dare voce a chi non ce l’ha. “Abbiamo posizionato giganteschi orsi di peluche in punti chiave” della capitale: Piazza del Popolo, il Pincio, il Colosseo, l’Arco di Tito e altre aree simboliche della città, dicono.
“Ciascuno avrà indosso una maglietta con la foto e il nome di un ostaggio, per invitare i passanti ad un’amara riflessione” si aggiunge. Gli orsi di peluche rappresentano l’umanità e la fragilità di coloro che attendono ancora di essere liberati e rendere chiaro che l’anniversario del 7 ottobre non debba essere solo una data, ma un richiamo collettivo all’azione. “Non dobbiamo permettere che gli ostaggi siano dimenticati mentre l’attesa del ritorno si fa sempre più dolorosa ogni giorno che passa, soprattutto per la sorte degli ostaggi più piccoli, come i fratelli Ariel di 4 anni e Kfir di 7 mesi, che ha vissuto più tempo in mano ai terroristi che a casa propria”.
Non è solo un gesto commemorativo, spiegano gli studenti “ma un atto di protesta pacifica, in totale contrapposizione con le proteste violente anti occidentali di questi giorni, che rivelano il volto di chi sostiene il cessate il fuoco senza condanne al pogrom del 7 ottobre e una parola per la liberazione degli ostaggi”.
Il rapimento di un numero così grande di cittadini inermi è “un inedito nella storia e una tragedia umana passata inspiegabilmente in secondo piano, ma che continua a pesare sulle famiglie e sulla comunità internazionale. Il dovere di ricordare non è solo una prerogativa dei parenti delle vittime o degli ebrei, ma dovrebbe essere un dovere morale per ogni cittadino libero che respinge la barbarie e il fondamentalismo religioso e fanatico, ma soprattutto il silenzio che è calato intorno alle piccole vittime scientificamente selezionate dai terroristi di Hamas per tenere in ostaggio non solo loro, ma l’intero mondo civile”.
Nell’appello poi si legge: “Noi giovani studenti organizzatori di questa iniziativa invitiamo a riflettere e a unirsi – affinché nessuno sia dimenticato – e a sollevarsi contro la strumentalizzazione dei luoghi di istruzione per fini politici, assumendosi le proprie responsabilità di fronte al silenzio sulle vittime e i rapiti, respingendo ogni forma di attivismo violento nelle scuole e la connivenza intellettuale di certi ‘cattivi maestri’. Più in generale, chiediamo un sollevamento contro le proteste violente, l’oscurantismo, la difesa di regimi illiberali che ledono i diritti e la dignità umana, il fondamentalismo religioso e le infiltrazioni di matrice terroristica. Il mondo ci guarda, e le famiglie degli ostaggi, per le quali ogni giorno è una battaglia contro il tempo e l’indifferenza, meritano il nostro sostegno e la nostra attenzione”.